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Cardiologia a Colleferro, Sanna: “La situazione è ancora sicura per i pazienti?”

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Cardiologia a Colleferro: sono diversi i problemi presentati dal primo cittadino, Pierluigi Sanna, tramite una nota pubblicata anche sulla propria pagina social.

Riportiamo la sua dichiarazione, garantendo sempre il diritto di replica.

Cardiologia a Colleferro, Sanna: “La situazione è ancora sicura per i pazienti?”

La nota stampa

Cardiologia Colleferro: la situazione è ancora sicura per i pazienti? In tanti sindaci iniziamo a chiedercelo.

La cortina di ferro, che la nuova commissaria della Asl Rm5 ha costruito attorno alla sede di Via Acquaregna, ci impedisce di comprendere quali siano i piani di una Asl che ha deciso di non parlare con le prime autorità sanitarie e che ci visita solo di nascosto, piombando senza nemmeno dire buongiorno (magari nel giorno della Festa Patronale).

La situazione della cardiologia però ci preoccupa sul serio perché dei nove medici che dovrebbero essere in servizio oltre al primario, ve ne sono in realtà solo quattro e tra un mese esatto ve ne saranno solo tre.

Le paventate nuove risorse, annunciate ogni volta che abbiamo sollevato ufficialmente il problema in questi mesi, non sono arrivate mai e sembra non arrivino. A meno che non si stia pensando a chiudere la cardiologia, non è dato sapere come si voglia procedere per risolvere il problema.

Carenze simili esistono anche in otorinolaringoiatria dove, oltre a mancare gli specialisti di notte, non vi è nemmeno una caposala.

Ci chiediamo come potrà contribuire alla sicurezza dell’Ospedale la nuova risonanza magnetica se non ci sarà il personale?

Non sappiamo nemmeno che fine abbiano fatto i lavori approvati tempo fa per il reparto di medicina che ha ancora le camerate a quattro letti con il bagno fuori, come negli ospedali da campo delle zone di guerra.

I primari, i professionisti, tamponano come possono, tentano stoicamente di sopperire alla mancanza di specialisti, mentre qualcuno di questi già scappa da un luogo che sta a cuore a tutti noi e che non possiamo non difendere, non possiamo non cercare di rendere attrattivo, come sempre abbiamo fatto.

Vista la sordità della Asl occorrerà trovare forme nuove di confronto, magari attraverso le commissioni consiliari permanenti in consiglio comunale, in assemblee popolari e pubbliche o ripetendo manifestazioni di protesta, come abbiamo già fatto anni fa.

Siamo preoccupati, qualcuno dirà che esageriamo ma è la più pura delle verità: siamo seriamente preoccupati e duole doverlo esplicitare così duramente. Come prime autorità sanitarie abbiamo il dovere di vigilare e di rendere pubblico quanto sta accadendo perché i cittadini debbono sapere.

Colgo l’occasione per esprimere la mia vicinanza al personale che sta facendo uno sforzo immane in condizioni affatto semplici.

Foto di repertorio