Cronaca

Paura a Latina, tenta di uccidere la madre con un paio di forbici: arrestato un giovane

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Codice rosso e maltrattamenti in famiglia: i provvedimenti in Ciociaria

La Polizia di Stato – Questura di Latina alcune sere fa è intervenuta in un’abitazione nel centro cittadino a seguito di segnalazione pervenuta al Numero Unico per le Emergenze 112 di una violenta lite familiare in atto con uno dei contendenti armato di coltello.

La vicenda

Appena giunti all’ingresso dello stabile, i poliziotti della Volante sono stati raggiunti da una donna, che presentava numerose ferite da arma da taglio con copiosa perdita di sostanza ematica, soprattutto al collo.

La malcapitata, in evidente stato di shock, non era in grado di fornire alcuna informazione utile, limitandosi a dire solamente “al terzo piano, al terzo piano”.

Gli operanti, affidato la persona ferita a personale sanitario del servizio Ares 118, sono saliti al piano indicato, rilevando sulle scale condominiali evidenti tracce di sangue che conducevano ad un appartamento in particolare, contraddistinto da una cospicua macchia di sangue sul pianerottolo.

Nella circostanza si avvicinava un uomo il quale riferiva che nell’appartamento si era barricato il nipote ventenne e, al culmine di una discussione con la madre, aveva prima tentato di strangolarla per poi colpirla ripetutamente con delle grosse forbici e solo grazie al suo intervento la donna era riuscita a divincolarsi e fuggire per le scale.

Aveva quindi inizio un approccio con il ragazzo che, dopo circa dieci minuti, apriva la porta per meglio dialogare con gli operanti i quali lo hanno bloccato tempestivamente, cogliendo l’opportunità concessa.

Alla luce delle condotte descritte il ragazzo è stato arrestato per il reato di tentato omicidio e trasferito presso la casa circondariale di Latina a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Foto di repertorio

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.