Cronaca

Blitz a Tor Bella Monaca, sei arresti e droga sequestrata: il report

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BLITZ TOR BELLA MONACA

Roma – Ancora un blitz della Polizia di Stato nelle periferie della Capitale: ecco tutti i dettagli.

Bliz nella periferia della Capitale: ecco cosa emerge

Agenti del VI Distretto Casilino, Reparto Prevenzione Crimine, unità cinofile della Polizia di Stato e operatori della Polizia Locale, in campo dalle prime ore di questa mattina, hanno messo a setaccio il quartiere di Tor Bella Monaca: identificazioni a tappeto, contrasto all’immigrazione clandestina e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Sono 5 i pusher finiti nel mirino della polizia, tra via dei Platani e via dell’Archeologia.

Facevano “viaggiare” crack e cocaina a bordo di monopattini e scooter, nascoste all’interno del vano batteria del mezzo oppure nel manubrio “modificato” così da servire il prodotto pronto e confezionato all’arrivo degli acquirenti.

All’interno delle suole delle scarpe, poi, occultavano il danaro ricevuto in cambio.

Le dosi “di scorta”, invece, erano occultate, a pochi metri di distanza, nel terreno circostante, “segnate” dalla vicinanza ad alberi o pietre di riferimento. Un escamotage per garantirsi l’anonimato ai controlli degli agenti che però non è sfuggito a Faro, il cane della Polizia di Stato che ha fiutato più di 200 grammi, tra crack e cocaina, nascosti nella zona messa a setaccio dalla polizia.

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Cento le persone sottoposte a controllo, venti delle quali, di origine extracomunitaria, sono state trovati prive di documenti utili al soggiorno sul territorio nazionale e, per l’effetto, accompagnate presso l’Ufficio Immigrazione della Questura per gli ulteriori approfondimenti del caso.

Nelle prossime ore, all’esito dei controlli di rito, sarà definita la loro posizione, anche valutando il loro collocamento presso CPR dell’intero territorio nazionale.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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