Cronaca

Anagni, sospesa una struttura ricettiva per irregolarità

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Anagni, sospesa una struttura ricettiva per irregolarità

Nei giorni scorsi, il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) dei Carabinieri di Latina ha condotto un’ispezione presso una struttura ricettiva ad Anagni, nell’ambito dei “Controlli Straordinari presso le Strutture Ricettive” disposti dal Comando Superiore dei Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma.

I controlli del Nas ad Anagni

L’operazione, volta a verificare il rispetto delle normative di settore, ha portato alla rilevazione di un’irregolarità significativa.

Durante l’ispezione, infatti, è stato accertato che la struttura non disponeva di una cucina o di un angolo cottura, requisito indispensabile per l’esercizio dell’attività di affittacamere come previsto dall’articolo 27 della Legge Regionale 6 agosto 2007, n. 13. Tale normativa stabilisce che le strutture ricettive destinate ad affittacamere devono garantire la presenza di servizi essenziali, tra cui la possibilità di preparare o consumare pasti, per rispondere adeguatamente alle esigenze degli ospiti.

L’assenza di questo requisito ha spinto il NAS a inoltrare una specifica segnalazione all’Ufficio SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune di Anagni. In seguito alla segnalazione, il SUAP ha emesso un provvedimento di sospensione dell’attività ricettiva, in attesa che il gestore della struttura provveda alla regolarizzazione della situazione.

Questo intervento sottolinea l’importanza dei controlli periodici da parte delle autorità preposte per garantire il rispetto delle normative sanitarie e amministrative, a tutela dei consumatori e degli utenti delle strutture ricettive.

Le operazioni di monitoraggio proseguiranno nei prossimi mesi, con l’obiettivo di assicurare standard adeguati di qualità e sicurezza nelle attività ricettive dell’area. Le autorità invitano i cittadini a segnalare eventuali irregolarità riscontrate, contribuendo in questo modo alla salvaguardia della legalità e del benessere collettivo.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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