Cronaca

Tentato omicidio a Isola del Liri: condannato 44enne

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin

Posto in detenzione domiciliare il 44enne che, lo scorso 25 luglio, sferrò una violenta coltellata ad un suo coetaneo al culmine di una lite tra i due, motivo per il quale venne subito tratto in arresto dai Carabinieri.

Ecco cosa era successo e le indagini

La condanna a più di tre anni è stata emessa dal Tribunale di Cassino nei giorni scorsi. L’esecuzione dell’arresto, con la conseguente sottoposizione agli obblighi, è stato eseguito dai Militari della Stazione di Isola del Liri che hanno condotto le indagini con i colleghi del Nucleo Operativo di Sora, raccogliendo tutti gli elementi per arrivare alla definizione del procedimento penale.

Erano le 02,00 circa del 25 luglio 2024, la notte tra mercoledì e giovedì, i due erano seduti con altre 5 persone ad un tavolo all’esterno di un ristorante di Isola del Liri, lungo il corso chiuso al traffico. La scena è stata completamente registrata dalle telecamere di videosorveglianza comunale, si vede chiaramente il momento fulmineo in cui l’uomo afferra un coltello da un tavolo apparecchiato, un coltello metallico di quelli dello stesso ristorante, e con grande violenza colpisce al fianco la vittima.

La scena è drammatica, e i Carabinieri la ricostruiscono tutta, sentendo i testimoni e analizzando i vari spostamenti che la vittima fa prima dell’ultimo litigio, quello che poi darà vita alla coltellata. L’allontanamento dal tavolo per andare allo sportello bancomat, il ritorno e le parole con tutti, la prima discussione, i primi momenti concitati, qualche schiaffo fino poi al momento in cui, all’ennesimo confronto, arriva il gesto che ha determinato la condanna.

Saranno ora sempre i Carabinieri di Isola del Liri e del NORM di Sora che cureranno i controlli del rispetto della sentenza e degli obblighi connessi alla detenzione domiciliare.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.