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Referendum, psicosi matite, il Ministero dell’Interno rassicura: “Indelebili sulle schede”

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Ieri i social hanno amplificato l’allarme di segnalazioni di anomalie da parte di elettori in merito alle matite loro consegnate per esprimere il voto al referendum sulla legge di revisione costituzionale.

Il regolamento elettorale, prevede che la manifestazione della volontà dell’elettore deve essere irreversibile, in modo che eventuali tentativi di cancellature lascino traccia visibile. Ora secondo varie segnalazioni provenienti da tutta Italia, provando su pezzi di carta normali, i segni si sono cancellati.

Tale anomalia è stata evidenziata al presidente di seggio chiedendo spiegazioni mentre le contestazioni sono state tutte messe a verbale. Alla fine vi è stato un intervento ufficiale del Ministero dell’Interno con la nota: “Le matite cosiddette ‘copiative’ sono indelebili e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale. Il ministero dell’Interno, in media ogni anno, ne acquista un certo numero, basandosi sul fabbisogno storico, per rifornire i depositi ed essere in grado di rifornire le Prefetture man mano che manifestano il loro fabbisogno.

Nello specifico, quest’anno, il Viminale ha acquistato 130 mila matite dalla ditta Luca srl – aggiudicataria del relativo appalto sul mercato elettronico  che, a sua volta, si rifornisce dalla Faber-Castell, direttamente in Germania. Di queste 130 mila, per esempio, quest’anno ne sono state distribuite circa 80 mila per il referendum costituzionale, mentre altre richieste, da parte delle Prefetture, sono state soddisfatte per il referendum sulle trivelle e in occasione delle elezioni amministrative.

Le prefetture, è bene precisare, possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti. Si utilizzano matite prodotte dal Faber-Castell almeno da cinque anni“. Tutto questo farebbe pensare ad una manipolazione elettorale, anche perché, c’è da considerare che lo spoglio delle schede è pubblico, avviene infatti alla presenza almeno dei rappresentanti dei comitati referendari, e che una volta chiuso il verbale da parte del presidente di seggio il dato diventa ufficiale.

Giovanni D’Agata