A 50 anni dalla sua scomparsa, il genio aeronautico dell’Ing. Alessandro Marchetti (Cori, 16 Giugno 1884 – Sesto Calende, 5 Dicembre 1966) rivive nella ricostruzione dell’aereo che ha fatto la storia dell’aviazione italiana, l’S.55 X, che nel 1933 solcò l’Oceano Atlantico nella Crociera del Decennale di Italo Balbo. L’aereo partì il 1° Luglio 1933 da Orbetello e unito a uno stormo di 24 apparecchi, sorvolando Europa, Islanda, Montreal, Detroit, Chicago, atterrò il 12 Luglio a New York.
Dell’idrovolante furono realizzati 250 esemplari, venduti anche in Russia, Romania e Brasile. Divenne il simbolo dell’Aeronautica e del progresso tecnologico italiano. In Italia è rimasta una piccola testimonianza,parte del troncone dello scafo di un S.55 conservata a Vigna di Valle, usato prima come cabina da spiaggia e poi come pollaio. L’unico S.55 ancora intatto, uno di quelli che partecipò alla trasvolata del 1927 nel Sud Atlantico, è conservato in Brasile al Museu da Tam.
Per questo motivo il Savoia Marchetti Historical Group ne ha promosso una sua ricostruzione con il sostegno di altre associazioni di volontari e imprese private. La replica in scala reale del velivolo – 24 metri di apertura alare – si basa sui disegni originali e sulle tecniche degli anni Venti e Trenta. Le parti finite – i timoni e le derive – sono state presentate al pubblico il 3 Dicembre al Parco e Museo del Volo – Volandia di Somma Lombardo.
L’evento si è svolto a margine del convegno “L’eredità dell’ingegner Alessandro Marchetti a 50 anni dalla sua scomparsa”, preceduto da una mostra-conferenza commemorativa il 2 Dicembre al Comune di Sesto Calende. A rendere omaggio all’ingegner Marchetti, che insieme all’imprenditore lombardo Luigi Capè, trasformarono una segheria in un’industria aeronautica che arrivò ad impiegare più di 11.000 persone, sono accorsi dalla sua città natale il nipote Alessandro Caucci Molara, il Sindaco di Cori Tommaso Conti e l’Assessore Fausto Nuglio.