RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Sovranità popolare a che punto è la notte?
Nel 2013 abbiamo votato con una legge elettorale, il “Porcellum”, che nel 2014 venne giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale.
Sebbene nella sua sentenza la Corte Costituzionale, non dichiarava illegittimo il Parlamento eletto, seguendo il principio della continuità dello Stato e la disciplina della “la prorogatio dei poteri delle Camere”, implicitamente inseriva un elemento di opportunità; andare alle urne secondo le regole stabilite nella sentenza della Corte Costituzionale oppure secondo una nuova normativa elettorale adottata dalle Camere.
Renzi, con l’avallo del Presidente della Repubblica Napolitano, approfitta di questa possibilità per avviare, con un Parlamento che resta eletto con norme illegittime, un percorso di governo al servizio della finanza internazionale, sfornando leggi contro lavoratori e ceti popolari, il Jobs act, la Buona scuola ed infine una riforma Costituzionale apprezzata da JP Morgan (società finanziaria con sede a New York, leader nei servizi finanziari globali). Riforma costituzionale e legge elettorale “Italicum” avrebbero reso l’Italia una democrazia limitata. Renzi poi nella campagna elettorale lancia un messaggio propagandistico che si può riassumenre in: o con me o il diluvio.
Il quattro dicembre il diluvio si è manifestato con una valanga di NO al referendum confermativo costituzionale, costringendo Renzi alle dimissioni.
A questo punto sarebbe stato logico optare per quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nel 2014, cioè tornare alle urne per eleggere un Parlamento finalmente legittimato dal voto popolare. Tenendo presente che, l’Italicum, caduta la riforma non era più immediatamente utilizzabile ed inoltre presentando profili di incostituzionalità, verrà modificato dalla corte Costituzionale a gennaio. Invece no. I poteri forti, quelli che le regole le vogliono per liberarsi solo dei lacci e lacciuoli del controllo dei cittadini decidono due cose. La prima è quella di mettere in sicurezza la legge di stabilità approvandola senza discussione al Senato e mettendo al sicuro i loro profitti fregandosene se fuori sono restati i diritti di migliaia di precari, di cittadini in difficoltà e di diritti dei lavoratori. Come seconda cosa hanno detto che un nuovo governo era necessario per rispondere alle esigenze di politica internazionale dell’Italia. Il Presidente della Repubblica Mattarella, insieme alle opposizioni Parlamentari, ha consentito alla nascita della replica del governo Renzi, detto “Gentiloni”, con l’obiettivo dichiarato di armonizzare le leggi elettorali di Camera e Senato ma con l’obiettivo reale, già raggiunto, di consentire ad un Parlamento eletto con una legge elettorale illegittima di continuare ad operare a pieno regime.
A quanto è dato di sentire le proposte dei vari gruppi parlamentari sono tutte orientate a realizzare obiettivi pro domo sua. I cinquestelle fiutato la possibilità di acciuffare il governo, non solo rivogliono quell’Italicum da loro rifiutato ma lo vogliono estendere anche al Senato, Salvini vuole riesumare il “Mattarellum”, PD e Berlusconi vogliono un proporzionale corretto in senso maggioritario. Tutti insomma ripropongono modelli elettorali in cui il ruolo dei cittadini sia quello della delega passiva ad un governo e nessuno vuole leggi elettorali proporzionali come quelle uscite dalla Corte Costituzionale con cui i cittadini delegano attivamente la loro rappresentanza.
Nel frattempo, in attesa che si mettano d’accordo su quale legge elettorale è la migliore per generare passività politica nei cittadini, il governo Renzi Bis detto “Gentiloni” continuerà a rispondere alle esigenze della finanza internazionale. Le briciole che restano saranno redistribuite, ai cittadini italiani avvertendoli che però non ce né per tutti e mettendo giovani contro anziani, residenti contro migranti, lavoratori che prendono voucher contro quelli assunti. Scopriremo quindi tra poco che al governo continueranno ad essere gentiloni con i padroni e stronzetti come sempre con i cittadini.
Tuttavia non è ineluttabile che tutto resti immutato. Come ha dimostrato la consultazione referendaria del quattro dicembre, quando i cittadini scendono in campo, vengono travolte tutte le arroganze, le rendite di posizione, gli accordicchi ed anche i poteri forti.
Abbiamo difeso la Costituzione nella parte che esprime le istituzioni che assicurare l’espressione della sovranità popolare è ora di riprendere una battaglia affinché la costituzione sia applicata nei suoi principi fondamentali a partire dal primo: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Marco Bizzoni