Caso Marra, parlano le opposizioni: l’opinione di Giachetti (PD), Chinni (AP) e Santori (FDI)
Roberto Giachetti:
Cari amici,
so che vi deluderò ma non provo nessuna euforia e nessuna soddisfazione per quanto accade in queste settimane, in questi giorni, in queste ore.
Il dato più clamoroso che emerge è un altro colpo durissimo alla politica, alla sua nobiltà, alla sua credibilità, alla sua bellezza. Quello che più mi preoccupa in questo momento è il sentimento di frustrazione e di delusione che colpirà centinaia di migliaia di persone che avevano investito nell’opzione politica a 5 stelle come speranza di un cambiamento positivo ed in piena discontinuità con quanto accaduto negli ultimi anni. Chi si illude che il prezzo di questa frustrazione e di questa delusione lo pagherà solo il Movimento di Grillo si sbaglia, e di grosso. E’ un prezzo pesantissimo che pagherà la politica, tutta.
Ho trascorso un’intera campagna elettorale a cercare di spiegare che, per gestire responsabilità di grande rilevo, il requisito dell’onestà non potesse essere sufficiente. Non solo perché essere onesti non basta dichiararlo ma bisogna dimostrarlo, ma soprattutto perché quello dell’onesta dovrebbe essere un pre-requisito non un vessillo da sbandierare o rivendicare contro altri presunti disonesti; l’onestà dovrebbe essere un minimo denominatore comune, un valore etico, che unisca chiunque si candidi a responsabilità così grandi e delicate.
Non mi unisco, quindi, al coro di chi chiede le dimissioni della Sindaca, Virginia Raggi.
Il valore del garantismo ha senso soprattutto se viene esercitato verso gli avversari politici (a differenza di quello che pensano e che fanno Grillo e compagni). Non ho mai pensato che un avviso di garanzia potesse di per sé comportare le automatiche dimissioni dall’incarico per chi lo avesse ricevuto anche se va chiarito che la responsabilità politica della Sindaca sta nell’aver difeso e coperto in tutti i modi quello stesso Raffaele Marra che oggi viene arrestato. E deve essere chiaro che quando si procede all’arresto di una persona lo si fa perché questa potrebbe fuggire, reiterare il reato, inquinare le prove.
Difendo ancora con tutte le mie forze uno stato di diritto che troppo spesso da ogni parte viene umiliato in ragione della lotta politica. Un avviso di garanzia è e deve rimanere un atto di tutela per chi viene indagato, non una condanna preventiva e sommaria come ormai puntualmente accade. Potrei citare decine e decine di episodi nei quali, non solo l’avviso di garanzia, ma i diversi gradi di giudizio, hanno poi restituito dignità ed onore a coloro che erano stati indagati.
Ma c’è di più: l’alzarsi di bufere giudiziarie consente paradossalmente di mettere in ombra le responsabilità e le inadeguatezze di chi esercita responsabilità politiche. Questa, a mio avviso, è la cosa più grave con la quale dobbiamo fare i conti.
Mentre scrivo non so quali decisioni assumerà Virginia Raggi e penso che lei, e solo lei, dovrà e saprà decidere cosa fare. Il punto vero non è quello che fanno e che dovranno continuare a fare i giudici. Il punto vero è il bilancio politico della Sindaca Raggi e della sua maggioranza in questi mesi a cominciare dal modo in cui hanno inquinato il clima del Paese e di Roma, oltre che da quel devastante contratto con la Casaleggio Associati che ha firmato prima delle elezioni e che è all’origine della più grave deviazione politica prodottasi con questa consiliatura: una persona che ha ricevuto una enorme investitura popolare che lascia le scelte più importanti e strategiche ad un soggetto privato che, per di più, nulla ha a che vedere con la Comunità che l’ha eletta.
Inoltre, rischiano di sparire sotto il polverone giudiziario le gravi scelte politiche assunte dalla Sindaca in questi mesi, a cominciare dalla predisposizione di un bilancio confuso, ragionieristico, senza anima che, in linea con le linee programmatiche, mette in evidenza la assoluta mancanza di una visione, di un progetto futuro per questa città. Dalla rinuncia alle Olimpiadi (per il rischio corruzione!). Dal siluramento dei management di Ama e di Atac che avevano iniziato una fondamentale opera di risanamento nelle due aziende romane che, non solo sono strategiche per la Capitale, ma incidono in modo pesantissimo sui debiti dell’amministrazione comunale con le conseguenze sulla gestione quotidiana dei rifiuti e dei trasporti che è sotto gli occhi di tutti. Dalla nomina di un assessore in palese e grave conflitto di interessi come era la Muraro (anche qui rivendico di non aver mai posto il problema dell’avviso di garanzia ma il problema politico e ben più rilevante del macroscopico conflitto di interessi). Dalla decisione (per altro attraverso dichiarazioni e scelte amministrative ambigue e contraddittorie) di far saltare il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle. Dalla scelta di far interrompere il progetto della Metro C a San Giovanni. Dal taglio dei fondi ai centri antiviolenza. Potrei continuare ancora per molto ad evidenziare il vero fallimento politico di questi primi mesi della Sindaca Virginia Raggi, ma sarebbe inutile perché ancora una volta dovremo misurarci con avvisi di garanzia per reati ambientali, abusi d’ufficio, corruzione. E la nostra povera Roma sotto lo sguardo deluso di tutti noi continuerà a cadere a pezzi.
Politica, o bella e nobile politica, non ti arrendere, proprio oggi, proprio di fronte a tutto quello che sta accadendo risorgi, fatti valere, prendi in mano questa città e accompagnala verso il futuro che merita.
Michelangelo Chinni:
Fabrizio Santori:
“E’ inutile che Beppe Grillo si infuri. E’ sua la responsabilità di aver permesso alla sindaca Raggi di porre delle condizioni ‘o Marra o tutti a casa’ ora faccia mea culpa e per il bene di Roma e dei romani trovi una soluzione altrimenti il Campidoglio sarà soggetto ad altri innumerevoli teatrini che stanno facendo scivolare la città nel buio più totale”. E’ quanto afferma Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia.
“Ha ragione Giorgia Meloni – prosegue Santori – quando chiede a Grillo e ai vertici del Movimento 5 stelle di metterci la faccia e provare a governare Roma. D’altronde, con la conferenza stampa di Raggi sul caso Marra, il sindaco non si è dimesso ma si è consegnato definitivamente al comico genovese, e a questo punto tanto vale avere direttamente i leader grillini nei ruoli chiave dell’amministrazione senza interposta persona. Nonostante gli avvertimenti dallo stato maggiore del M5S e gli esposti di Fratelli d’Italia sulle nomine della Raggi, Grillo non si è saputo imporre per scongiurare questa ennesima figuraccia a Roma. E il risultato di tutta questa vicenda è che la Raggi si è messa nella condizione di essere ricattabile e ha ceduto al ‘o ti adegui, o ti scarichiamo’. Perdere l’autonomia – conclude Santori – per un sindaco che deve badare prima di tutto all’interesse della città e dei romani, è il peggior danno che si possa verificare”.