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Marino, PCI: “Sindaco e giunta reticenti sul reddito minimo garantito”

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Riceviamo e pubblichiamo:

Con questa comunicazione – afferma Stefano Enderle, responsabile Lavoro della Federazione PCI Castelli romani – riprendiamo il filo di una iniziativa già posta in essere in estate tra noi e la Giunta M5S.

Purtroppo denunciamo, ora, che impegni e promesse non sono stati mantenuti. Né l’impegno a riconvocarci per illustrare una ipotesi di intervento circa il Reddito minimo garantito da noi sollecitato (altrimenti nominato dalla Giunta Reddito di Cittadinanza); né la presentazione di atti, azioni amministrative, o iniziative politico-isitituzionali che pure erano state annunciate tra fine anno e inizio 2017. Nella Conferenza Stampa di due giorni fa, soverchiata dalla buona notizia del nuovo assessore all’urbanistica, né un trafiletto, né un atto, né un aggettivo è stato speso dalla lunghissima esposizione del sindaco, sul reddito minimo garantito.

Cioè – continua denunciando Enderle – non c’è stata attenzione vera e concreta verso chi sta subendo un dramma sociale oggi. Noi, come sezione comunista, coerentemente con gli impegni assunti, abbiamo svolto le due cose su cui ci eravamo impegnati: abbiamo immediatamente reso noto atti di applicazione del reddito minimo garantito attuati in uno dei comuni dove c’è un sindaco comunista; e abbiamo rispettato l’attesa di fine anno per sapere cosa venisse messo in campo. Purtroppo, essendo noi fuori dal Consiglio comunale, e fuori dalla Giunta comunale, questo potevamo fare fin qui e l’abbiamo fatto.

Chi, invece – prosegue il responsabile Lavoro PCI – ha la gestione del potere, ancora non fa nulla, né di propria iniziativa, né di quanto pubblicamente divulgato! Ora, poiché a noi non interessa solo la denuncia, ma provare a trovare soluzioni, rendiamo noto che, oggi stesso, abbiamo inviato, a firma del segretario della sezione, richiesta di dati oggettivi in possesso del Comune e riguardanti la materia in oggetto. Con l’acquisizione dei dati, metteremo noi, la Giunta, e le altre forze politiche silenti sulla materia, con un punto di partenza comune, sul quale indicare a famiglie che pullulano di senza lavoro e di giovani inattivi, una ipotesi di protezione sociale.

Sappiamo bene, siamo noi i portatori di questa critica, – conclude Stefano Enderle – che la crisi che ci attanaglia non è limitata al territorio comunale ed è figlia del fallimento del capitalismo. Ma, in attesa di un rivolgimento, poiché il dramma è quotidiano, esiste il compito, il dovere, degli eletti anche nei consessi cittadini, di far funzionare, anche inventando forme inedite, o riesumando forme già note, quel poco di stato sociale che abbiamo avuto in eredità dalle lotte operaie di decenni. Ribadiamo, sia alla Giunta che agli altri attori politici e sociali, che la denuncia la rivolgiamo per dovere di verità, ma l’intento è trovare soluzioni.”.