Calcio a cinque

Alla conquista della Sicilia: il colleferrino Alfredo Paniccia stupisce tutti con la sua Regalbuto dei giovani

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Una passione che si trasforma in un sogno e diventa con il tempo un vero e proprio lavoro. Già, perché Alfredo Paniccia – professione allenatore di Calcio a 5 – non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a soli 30 anni su una delle panchine più prestigiose del Calcio a 5 siciliano.

Quella della Lubrisol Regalbuto è una piazza di grande tradizione, che vuole compiere una nuova scalata verso i palcoscenici più ambiti. Così, dopo una prima esperienza di “apprendistato” al fianco di un tecnico navigato come Luca Giampaolo, ecco concretizzarsi un nuovo matrimonio con la compagine ennese, matricola terribile della serie B arrivata fino al sesto posto in classifica con una squadra composta da soli giovani.

Una favola che, probabilmente, deve ancora scrivere le sue pagine più belle anche per merito della verve del suo condottiero, smanioso di centrare nuove imprese dopo l’esaltante cavalcata dello scorso anno valsa la vittoria del campionato di serie C.

 

Alfredo, nonostante la tua giovane età puoi già vantare un curriculum di tutto rispetto, avendo girato molte piazze di prestigio del futsal italiano.

“Si, diciamo che la mia ormai è una carriera lunga molti anni, visto che la passione mi ha spinto ad iniziare già nel lontano 2006 quando mi hanno affidato la squadra Juniores dell’Anagni. L’amore per il Futsal è sempre stato grandissimo e, dopo quell’esordio, ho iniziato una lunga esperienza come collaboratore al fianco di Luca Giampaolo, che è stata determinante per apprendere tutti i segreti di questo sport e aiutare a formarmi. Al suo fianco ho quindi potuto girare piazza come Palestrina, Augusta, Regalbuto e Latina, dove abbiamo vinto il campionato, mentre proprio a Regalbuto, durante la mia prima esperienza, mi è stata affidata anche la guida della squadra under 21, con la quale ho raggiunto la finale scudetto di categoria”.

 

Una lunga gavetta che ti ha portato ad ottenere finalmente l’incarico di primo allenatore della squadra di Regalbuto, con la quale ti sei tolto subito grandi soddisfazioni.

“Non nascondo che per me questa è stata una grande opportunità. Dopo la trionfale esperienza di Latina avevo voglia di misurarmi in prima persona al timone di una panchina e la chiamata dalla Sicilia è giunta davvero a proposito. Siamo partiti l’anno scorso dalla C1 con l’intenzione di salire in B entro due anni, invece abbiamo superato subito tutte le aspettative e alla fine della stagione ci siamo ritrovati a festeggiare il salto di categoria con una squadra composta solamente da ragazzi del posto, un fattore che ha aumentato la soddisfazione per il traguardo raggiunto”.

 

Anche la nuova stagione è partita con il botto: adesso siete al sesto posto in classifica a un punto di distanza dai play-off, un risultato ben al di sopra delle aspettative.

“È un cammino che senza dubbio ci gratifica, siamo partiti con l’obiettivo di mantenere la categoria ma la squadra ha avuto subito un ottimo impatto con il nuovo campionato, confermando quanto di buono aveva già fatto nella scorsa stagione. Non bisogna inoltre dimenticare che la rosa ha un’età media molto bassa, basti pensare che il giocatore più “esperto” ha appena 23 anni… Adesso però l’importante sarà mantenere alta la concentrazione”.

 

L’approdo in una piazza che già conoscevi ti ha aiutato nell’inserimento?

“Sicuramente. Conoscere l’ambiente è stato inizialmente molto utile per affrontare l’inserimento in una nuova proiezione professionale. Devo ringraziare tutti, dalla società ai giocatori e i tifosi, perché ognuno di loro si è rivelato determinante nel mio percorso e mi ha messo nelle migliori condizioni per lavorare e trasmettere le mie idee. Quali sono i programmi? La società è molto ambiziosa e nell’arco di due-tre anni vorrebbe provare a concretizzare il ritorno in serie A2, a distanza di tanto tempo dall’ultima apparizione. Speriamo di riuscire a realizzare questo sogno”.

 

Da collaboratore tecnico a primo allenatore il salto in avanti è stato molto importante. Quali sono i principi di base sui quali si basa il lavoro di coach Paniccia?

“Quello che dico sempre ai miei ragazzi è che, prima di essere bravi giocatori dal punto di vista tecnico, bisogna avere grandi motivazioni. Uno dei principi fondamentali è l’altruismo: se si lotta uniti, si mostra grande disponibilità nei confronti di tecnico e compagni e tutte le energie sfociano in un unico “credo”, allora la forza del gruppo diventa un fattore di valore inestimabile. La riprova diretta l’abbiamo avuta lo scorso anno, conquistando una promozione fuori da ogni pronostico”

 

Qual è il tuo sogno per futuro?

“Senza dubbio quello di poter un giorno lavorare come collaboratore per la nazionale, anche nelle squadre giovanili. Sarebbe davvero un grande onore”.

 

Il presente al momento dice Regalbuto, una piazza dove ti stai togliendo grandi soddisfazioni. E se arrivasse una chiamata che ti consentisse di riavvicinarti a casa?

“In questo momento è davvero difficile portarmi via da Regalbuto – sorride –, io qui sto benissimo e il lavoro procede meravigliosamente. Chiaro che, essendo un professionista, devo essere disponibile a valutare tutte le alternative: ho un contratto valido fino al 30 giugno 2017 e se mi proponessero il rinnovo non avrei alcuna difficoltà ad accettare. Chiaro però che, se dovesse arrivare una chiamata di una squadra del Lazio, dovrei comunque prenderla in considerazione”.

 

In questo anno e mezzo da allenatore in “prima”, quale è stata la gratificazione più importante che hai ricevuto?

“Sul fronte del campo sicuramente la promozione dalla C1 alla B è stato il momento più emozionante in assoluto. Al di là dei risultati, sono però molto orgoglioso dei tanti apprezzamenti che ricevo sia come persona che come tecnico. Essendo molto giovane, in tanti vedono in me una ventata di freschezza per questo sport e sicuramente questo è un fattore che suscita stima e anche simpatia. Rimpianti? Qui faccio un passo indietro nel tempo e dico la finale scudetto che non ci hanno fatto disputare ad Augusta per motivi disciplinari, quando ero alla guida dell’Under 21. Quella sconfitta a tavolino è stata davvero difficile da digerire”.

 

In chiusura, Alfredo Paniccia ci tiene a spendere una parola per quanti gli infondono il loro sostegno quotidiano. “Ringrazio tutte le persone che mi seguono con tanto affetto, nonostante la lontananza. In particolare voglio fare una menzione per i miei amici Elio Manni, Riccardo Nappo e Simone Ambrosetti, che non smettono mai di informarsi sulle mie vicende e mi danno grande supporto in questa mia avventura professionale e di vita”.