L’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia, nelle figure degli estensori dott.ssa Marzia Armida, dott.ssa Teresa Petricca, dott. Angelo Mastracco e dott. Giovambattista Martino, in riferimento a quanto riportato dai media circa il progetto di realizzazione di impianto di biodigestione e compostaggio con ubicazione in località Selciatella di Anagni, con previsto trattamento di circa 84.000 tonnellate/anno di rifiuti complessivi, intende portare una pubblica informazione ed indurre una riflessione collettiva. Per non alimentare polemica alcuna, già purtroppo innescata da procedure ed inopportunità comportamentali, l’Associazione si atterrà pedissequamente nel riportare quanto scritto nella relazione riguardante lo studio di impatto ambientale prodotta da “Energia Anagni srl”, soggetto proponente, consultabile sul sito della Regione Lazio.
Con la volontà precipua di sottolineare prioritariamente gli aspetti inerenti l’impatto sanitario sulla popolazione, riportiamo quanto la stessa società proponente afferma a pag. 119 e seguenti :”…i gas di scarico della combustione vengono espulsi tramite camino….I flussi gassosi in uscita dal camino possono contenere principalmente in termini di sostanze inquinanti : carbonio organico totale,….polveri, ossidi di azoto….l’attività temporale di tali emissioni da considerarsi attiva praticamente per 365 giorni l’anno ed h 24…con la stessa temporalità si esprimono i flussi gassosi in uscita della superficie dei biofiltri che possono contenere principalmente ….SOV(sostanze organiche volatili) SIV, polveri, ammoniaca….In termini di azioni impattanti la realizzazione dell’impianto in esame genererà : -emissioni di odori ….areosol biologici dai rifiuti/biomasse in stoccaggio e/o in lavorazione…emissioni diffuse in atmosfera in uscita dai biofiltri… -emissioni di gas di scarico -emissioni diffuse ingenerate dalla triturazione all’aperto dei lignocellulosici…” La stessa società afferma, inoltre, che l’impatto indotto dall’ingresso a regime dell’impianto ha: “ il potenziale di coinvolgere anzitutto gli addetti all’impianto e poi anche la popolazione residente oltre che direttamente anche per tramite della componente atmosferica, ambiente idrico, suolo…Riguardo ancora gli aspetti sanitari viene riportato : “ -Rischio infettivo….in particolare, microrganismi pericolosi potrebbero annidarsi in seno alla FORSU. -Inalazione di polveri contaminate….data sopratutto dall’azione di trasporto compiuta dal vento. -Formazione di biogas. -Idrogeno solforato, sostanze maleodoranti e diossine….” Viene poi individuata come soluzione alla ricaduta degli inquinanti ed ai suoi effetti di danno sulla salute : “ ….La non prossimità di centri abitati strutturati, unitamente alla presenza saltuaria di poche case sparse,” che, a dire dello studio in esame “rappresenta la miglior mitigazione nei confronti di un impatto quale quello in argomento”. In pratica non c’è rimedio, se non la desertificazione.
L’Associazione Medica fa notare che è la stessa società proponente che prevede un impatto emissivo in un territorio in cui tale parola non dovrebbe essere neppure citata. E ancora si legge: “ …i fumi immessi in atmosfera saranno caratterizzati da un carico inquinante rispettoso dei limiti imposti…” . In merito a tale ultima affermazione, l’Associazione Medici rileva una evidente contraddizione in termine poiché si parla di un carico inquinante definito però, al tempo stesso, rispettoso dei limiti, limiti che nel nostro territorio sono peraltro già abbondantemente e da lungo tempo superati e pertanto non più rispettati e rispettabili, con l’aggravante che tali inquinanti non dovrebbero trovarsi nell’aria che respiriamo. L’Associazione Medici riafferma e precisa che l’inquinamento ambientale è un problema di Sanità Pubblica di grosso rilievo che va valutato in funzione delle percentuali di malati e morti. Per tale motivo ricordiamo la tab. 24 di pag. 98 della recente Consulenza Tecnica voluta dalla Procura della Repubblica di Frosinone sulla qualità dell’aria nella nostra provincia, che definisce nel 3-8% l’incremento percentuale complessivo della mortalità per un aumento di 10 mcg/mc nella concentrazione delle polveri fini, PM10, negli effetti a lungo termine.
L’Associazione si augura che i sindaci dei Comuni coinvolti, responsabili per legge della salute pubblica, attuino il principio della massima precauzione riguardo decisioni che potrebbero avere pericolose ricadute sulla salute dei cittadini. Nel caso specifico, è la stessa società proponente l’impianto che, senza ambiguità, a nostro avviso, elenca tutte quelle criticità ingeneranti serie preoccupazioni sulla salute pubblica. imponendo un’etica riflessione. Amara sintesi : per la Valle del Sacco, uno dei territori più inquinati d’Italia si continuano a prospettare inalazioni di polveri contaminate, areosol biologici, rischi infettivi , microorganismi pericolosi, formazione di biogas, sostanze maleodoranti, diossine.