Questione tagli Poste Italiane in provincia di Frosinone: è intervenuto oggi con una nota apparsa sul suo profilo Facebook il presidente della XV Comunità Montana “Valle del Liri” di Arce, nonché consigliere provinciale, Gianluca Quadrini.
La preoccupazione di Quadrini è quella del verificarsi di possibili disagi, attraverso riduzione del numero dei portalettere e degli uffici postali, soprattutto nelle zone montane.
<<I tagli sul numero dei portalettere e la chiusura di molti uffici, in particolare quelli piccoli delle aree montane interne al nostro territorio aumenteranno ancor di più i disagi a tutti coloro che sono alle prese con scadenze di utenze, multe o altri pagamenti. – dice Quadrini – E’ necessario garantire a tutti i comuni senza distinzione un servizio postale di qualità e funzionale alla comunità. Poste Italiane offre un servizio pubblico e come tale deve mitigare ragioni economiche e di servizio. Soprattutto i paesi di montagna o difficilmente raggiungibili senza un ufficio postale rischierebbero di essere ancora più isolati.
<<Ho impegnato, qualche giorno fa, con delibera di giunta Governo e Parlamento ad attivare provvedimenti su questa drammatica decisione di Poste Italiane di ridimensionare i propri servizi nei 91 comuni della nostra provincia, trasmettendola anche al Ministero dello sviluppo economico e dell’Economia e delle Finanze. – si legge nella nota – In particolare ho chiesto di individuare un modello organizzativo specifico per le aree rurali attivando sportelli multiservizio, automatici, postamat per prelievi e versamenti e introduzione dell’operatore polivalente per riattivare la distribuzione giornaliera della corrispondenza. L’intento è di proseguire il lavoro nel tavolo di concertazione con le Amministrazioni locali e i sindaci per scongiurare la possibile chiusura degli uffici più piccoli. E’ necessario, infatti, evitare disagi e difficoltà ai cittadini utenti e a tutti i contribuenti soprattutto appartenenti alle fasce più deboli della popolazione, come gli anziani.
<<Con il drastico ridimensionamento annunciato inoltre, rischiano il posto più di cento dipendenti e questo aggraverebbe ancora di più la triste realtà occupazionale in cui versa la nostra provincia. – conclude il presidente dell’ente montano con sede ad Arce – Il processo di privatizzazione, inoltre, muterebbe gli assetti di Poste marginalizzando il controllo pubblico con il rischio di un annullamento dell’imprescindibile funzione sociale del servizio. Per tale motivo ribadisco ancora una volta la mia richiesta al Governo per capire in che modo cercherà di scongiurare i gravi pericoli legati ai tagli annunciati>>.