Curiosità

Perché i Papi cambiano nome? Una breve e appassionante storia

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Perché i Papi cambiano nome? Una breve ed entusiasmante storia

Assai curiosa è la vicenda riguardante il perché i Papi, una volta assurti al soglio pontificio, cambiano il proprio nome di battesimo con un altro. Se è vero che l’atto di scegliere un nome pontificale diverso da quello di battesimo non è sempre avvenuto è altrettanto vero che le radici di questa tradizione affondano contestualmente nella storia e nella leggenda.

Dal punto di vista storico è ravvisabile come, fino alla metà del VI secolo, i Pontefici abbiano continuato ad utilizzare come appellativo il loro nome di battesimo associato alla provenienza geografica. Il primo cambio di nome può farsi risalire al dicembre del 532 e venne effettuato per mera ragion pratica: nome del Pontefice era infatti Mercurio, detto “il romano”.

È facile capire l’imbarazzo che potesse suscitare, tra i fedeli e tra il clero, la possibilità d’avere come successore di Pietro un Pontefice dal nome di chiarissima discendenza pagana; proprio per questa ragione Mercurio venne a chiamarsi Papa Giovanni II, in ricordo del suo buon predecessore, oltre che martire, Giovanni I. Il pontificato dell’ormai ex Mercurio “il romano” durò ben tre anni, fino al 535, e da questo momento gran parte dei successori di Pietro iniziarono ad ispirarsi a martiri, apostoli o altri Papi per la scelta di un nuovo nome. Alcune fonti storiche però dissentono da questa versione, sostenendo che Mercurio non fosse altro che un semplice soprannome dedotto dal cognome e che il neoeletto Papa in realtà si chiamasse Giovanni. Stando a queste fonti appare assai probabile che primo tra tutti i Papi ad assumere il nome pontificale diverso da quello di battesimo sia stato Ottaviano dei Conti di Tuscolo, noto come Papa Giovanni XII, nel 956. Ottaviano, erettosi da solo Pontefice alla lodevole età di sedici anni, è passato alla storia per il famigerato Privilegium Othonis e per la vita scandalosa e scellerata.

Veniamo ora alla tradizione e alla leggenda. Secondo una vulgata romana, la peculiare abitudine pontificia del cambio di nome venne da tutti rispettata, non per ragioni di fede o sottomissione al sacro ufficio bensì per mere ragioni scaramantiche. Difatti, seguendo l’esempio dello scalmanato Ottaviano dei Conti di Tuscolo, tutti i successori di Pietro cambiarono nome perché s’era diffusa la credenza che chi avesse conservato il proprio appellativo di battesimo sarebbe morto nel giro di un anno. Diversi secoli dopo l’introduzione di questa prassi, infatti, solo due Papi usarono il proprio nome di battesimo anche durante il pontificato: Adriano VI e Marcello II. Il primo, famoso più come tutore del futuro Carlo V che come Papa resse le sorti Vaticane per un anno ed un mese; il secondo tenne le redini della Chiesa per l’ ammirevole durata di venticinque giorni.

Quanto questa credenza influenzasse i romani può essere riscontrato all’elezione del successore del buon Adriano VI: Giulio de’ Medici. Figlio del povero Giuliano de’ Medici, Giulio, pretese d’ insediarsi come Pontefice sotto il nome di Giulio III, ma i suoi clientes saggiamente lo riportarono alla ragione obbligandolo a diventare Clemente VII. Una ventina di anni dopo, Marcello Cervini, uomo forte, giovane e senza superstizioni assurse al soglio Pontificio con la giusta prontezza d’animo e deciso a: sopprimere la guardia svizzera, annullare la poco conveniente pratica di regalie e favoritismi al parentado e con la pretesa di sradicare un pregiudizio tanto irrazionale e superstizioso come quello sopra citato. Eletto per acclamazione nel 1555, Marcello II decise dunque di conservare il proprio nome. Morì per colpa d’un ictus al venticinquesimo giorno di pontificato. Dopo di lui nessuno ebbe l’ardire d’imitarlo in coraggio e temerarietà.

È per questo spiegato come ancora oggi i Pontefici siano usi a cambiare il proprio nome una volta eletti come Papa.