RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“John Fitzgerald Kennedy una volta ha detto: “I problemi del mondo non possono essere risolti da degli scettici o dei cinici i cui orizzonti si limitano a delle realtà evidenti. Noi abbiamo bisogno di uomini capaci di immaginare ciò che non è mai esistito”.
Ci siamo resi conto, in tre anni, che gli orizzonti di chi amministra questa città sono davvero limitati ma non credevamo fino a questo punto.
Ci riferiamo alla spesa di 182.000 euro (provenienti in parte della provincia in parte dal comune) per il completamento del canile comunale, ad oggi composto solo da quattro mura e che è già costato alla cittadinanza, a fine anni novanta, circa 160 milioni di vecchie lire.
Ci chiediamo che senso ha costruire un canile quando, studi scientifici, hanno dimostrato che è anacronistico e, paradossalmente, amplifica quello che è il fenomeno del randagismo, compromettendo il corretto rapporto uomo/animale.
Esiste una legge definita “crescita logistica delle popolazioni animali” secondo la quale “prelevare i cani dal territorio e rinchiuderli a vita in un canile (carcere) non riduce la densità dei cani sul territorio stesso ma innesca un aumento del potenziale riproduttivo e, in breve, i posti lasciati vuoti dai cani accalappiati verranno occupati da una popolazione di cani più giovani”. (da Canili inefficaci nella lotta al randagismo di Ciarallo-Pozzi 2013).
Sarebbe come riparare un rubinetto rotto mettendoci sotto un secchio, prima o poi il secchio si riempirà e noi avremo un doppio problema: il rubinetto che ancora perde e dove svuotare il secchio. Quindi oltre al problema dei randagi ci dovremo occupare anche della gestione del canile e delle relative spese (sanitarie, di alimentazione, ecc.), naturalmente sempre a carico dei contribuenti.
In più il canile sorge a due passi dall’ex discarica Radicina, area ricca di percolati e da bonificare. Quali potrebbero essere i rischi cui andranno incontro gli animali ricoverati e, soprattutto, chi ci lavora?
Il randagismo, è un fenomeno mai affrontato seriamente nella nostra città se non con qualche ordinanza da operetta o qualche evento SPOT fine a se stesso ma buono per i selfie. Nella nostra città ci sono troppi cani senza proprietario e troppi cani con proprietari liberi di vagare, un pericolo costante sia per gli uomini sia per altri animali.
Nel progetto “Anagni che vorrei” abbiamo inserito un piano che prevederebbe:
- la riduzione delle nascite, tramite incentivi alla sterilizzazione dei cani a rischio riproduzione incontrollata delle fasce socialmente deboli;
- un controllo a tappeto e incentivi alla microchippatura di tutti i cani;
- l’apertura di uno sportello problematiche animali al quale il cittadino può rivolgersi per informazioni o altro;
- iniziative a partire dalle scuole per far capire alle nuove generazioni il corretto rapporto uomo/animale;
- sconto sulle tasse comunali per l’adozione dei cani intestati al comune di Anagni (cani già ricoverati in altre strutture e per i quali l’amministrazione spende circa 1500euro/anno a cane)
“Anagni che vorrei”. Una rivoluzione normale per ridare Anagni in mano ai cittadini.
meetup 5 stelle