Il Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 27 gennaio, ha approvato l’accordo transattivo con la banca Unicredit per l’annullamento dei cosiddetti “contratti derivati” sottoscritti dal Comune di Tivoli nel 2005, con scadenza prevista nell’anno 2025.
“Il passaggio compiuto è di fondamentale importanza per la costruzione del difficile percorso del risanamento economico e finanziario del nostro Comune – ha dichiarato il Sindaco Giuseppe Proietti -. Abbiamo disinnescato definitivamente una sorta di bomba a orologeria che, alle condizioni attuali dell’economia italiana, europea e mondiale, avrebbe gravemente pesato sulle finanze del nostro Comune e della comunità, fino a diventare un peso insopportabile per le giovani generazioni.
Il Comune di Tivoli ha accumulato, da quando sono stati stipulati i contratti derivati nel 2005, un debito di circa 9 milioni di euro; a questi si sarebbero aggiunti altri 8 milioni, fino alla scadenza dei derivati, fissata al 2025. Inoltre, come hanno evidenziato i pareri delle due società specializzate incaricate e del collegio dei revisori dei Conti, anche una eventuale azione legale sarebbe stata una scommessa, che avrebbe senza dubbio, in caso di esito negativo, portato il Comune di Tivoli al dissesto finanziario. Ringrazio in particolare il Consigliere del Sindaco Fabio Perna, che ha dato un contributo fondamentale per la risoluzione di questo problema”.
I contratti di “Interest rate swap”, cosiddetti derivati, sono stati stipulati nel 2005 dal Comune di Tivoli all’interno di una operazione finanziaria che comprendeva l’accensione di un unico mutuo a tasso variabile pari a oltre 30 milioni di euro in sostituzione dei mutui accesi negli anni precedenti a tasso fisso. A copertura di variazioni eccessive dei tassi di interesse, l’Amministrazione stipulò due contratti derivati con la banca Unicredit. Con il tempo, il debito del Comune nei confronti dell’istituto bancario ha superato i 5 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti interessi e penali per la risoluzione anticipata dei contrati.
“Con questa transazione il Comune esce da un meccanismo di scommessa sui mercati, che di certo non si addice a un ente pubblico – ha spiegato Fabio Perna -. Tra l’altro l’accordo conclusivo è molto più vantaggioso rispetto a quello proposto in precedenza e prevede una rinuncia dell’istituto bancario a più di 3 milioni di euro, oltre a 1 milione e mezzo di euro per interessi”.