Lunedì 6 marzo, nell’aula consiliare del comune di Frosinone, si è tenuta la conferenza stampa indetta dai sindaci del Distretto sociale B, di cui Frosinone è capofila, alla presenza del sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, e dell’assessore dott. Carlo Gagliardi, in merito all’assegnazione di risorse regionali per la realizzazione del sistema integrato socio-sanitario per l’anno 2017 e le ricadute sul settore dei servizi sociali per i cittadini di 23 Comuni della provincia di Frosinone, compreso il capoluogo.
Erano presenti Antonio Pompeo (presidente dell’amministrazione provinciale e sindaco di Ferentino), Roberto Caligiore (Ceccano), Anna Maria Girolami (Morolo), Antonio Como (Amaseno), Lucio Fiordalisio (Patrica), Simone Cretaro (Veroli), Maurizio Padovano (Fumone), Luigi Vittori (vicesindaco di Ferentino), Giovanni Iorio (Villa Santo Stefano), Marco Galli (Ceprano).
Il primo a prendere la parola è stato il presidente del distretto, Carlo Gagliardi, che ha posto l’accento sul momento di difficoltà che il Paese sta vivendo e sulle conseguenze della crisi pagate dai cittadini e, in particolar modo, dalle fasce più deboli ed esposte.
“In un periodo come quello che stiamo vivendo – ha detto il delegato ai servizi sociali del Comune di Frosinone – in cui sono sempre più numerosi i tagli agli enti locali, dobbiamo riflettere sulle scelte che la politica è chiamata ad affrontare. L’amministrazione comunale è la prima istituzione a rapportarsi con il cittadino, è l’interlocutore più vicino e immediato: il sindaco, gli assessori, dialogano quotidianamente con i propri concittadini. Il nostro Distretto sociale è il più grande della regione, secondo solo a quello dei municipi romani; sono ventitré i comuni compresi, per un bacino di utenti pari a 200.000 persone.
Il problema, oggetto dell’incontro di oggi, riguarda i fondi distrettuali. Il 31 marzo il bando relativo all’affidamento dei servizi terminerà e il Distretto non potrà bandire, come da regolamento, alcuna gara, senza avere certezze relative alla copertura finanziaria di competenza della Regione Lazio. Fino al 31 dicembre prorogheremo l’erogazione dei servizi; ma dopo tale data, 23 comuni si ritroveranno a dover fronteggiare, senza l’intervento economico della Regione, la riduzione delle ore di assistenza ai cittadini e tagli al personale dei servizi sociali stessi”.
I servizi erogati dai comuni menzionati da Gagliardi, infatti, sono articolati in più interventi: assistenza domiciliare, centri diurni, strutture residenziali, segretariato sociale, mediazione familiare e comprendono tutte le operazioni di welfare messe in atto dagli enti locali per venire incontro alle necessità delle fasce più deboli, dei disabili, dei minori.
“Se la politica regionale, o anche del Governo centrale, non è in grado di tutelare queste persone, allora a cosa serve?”, ha chiesto Gagliardi. I sindaci hanno spiegato che la mancata certezza dell’approvvigionamento finanziario da parte della Regione Lazio fa sì che si possa procedere a proroga dei servizi offerti (e ciò accadrà sicuramente fino al 31 dicembre) ma, da legge, non si è nella condizione di poter indire una nuova gara.
Il sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore, ha spiegato come la “gestione distrettuale abbia permesso di abbassare i costi dei servizi, favorendo cittadini e amministrazioni. Eppure l’input che arriva dalla Regione sembra andare nella direzione opposta, riconsegnando ai comuni la gestione diretta dei servizi. Ma un ritorno al passato significherebbe una perdita di posti di lavoro, oltre che meno servizi, e meno ore erogate alla cittadinanza”.
Antonio Pompeo ha sottolineato che da parte della Regione c’è interessamento al caso sollevato dai sindaci. È intervenuto, quindi, il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani. “La lettera della Regione, in risposta alla richiesta di assegnazione fondi per la prosecuzione dei servizi sociali essenziali, è chiara e intende scaricare sui comuni la responsabilità in termini di bilancio. La Pisana, in sintesi, dice: stiamo aspettando un segnale dal Governo sulla cifra di cui voi comuni potrete disporre. I soldi ci saranno, ma noi non anticipiamo nulla: vedete cosa potete fare.
La Regione giustifica il proprio comportamento adducendo i principi di armonizzazione di bilancio che è obbligata a rispettare, ma sono gli stessi principi che il Comune deve rispettare, per legge. In alcune regioni si sta tornando indietro rispetto al principio dei distretti: un dato che, alla fine, fa lievitare la spesa pubblica. Siamo noi sindaci i primi a dover rispondere alle esigenze dei cittadini che trovano, nei municipi, le porte sempre aperte, a differenza di quanto accadrebbe se bussassero alla Pisana o a Palazzo Chigi, dove non esiste neppure il citofono esterno. Chiederemo alla Regione un anticipo del finanziamenti del governo centrale per poter espletare la gara”.