Il castello di Fumone è noto sì per la sua bellezza storica e artistica, ma anche per la famosa storia riguardante il fantasma del marchese bambino. Si tratta di realtà o una semplice leggenda metropolitana?
La storia – La costruzione è nota agli amanti del mistero come il castello delle anime perdute. Il piccolo borgo si trova in provincia di Frosinone. Il maniero è stato costruito tra il IX e il X secolo, proprio sulla sommità del colle. Per la sua estensione di 3500 metri quadrati è ritenuto il più grande d’Europa tra quelli che si trovano a un’altitudine uguale o superiore agli 800 metri sul livello del mare. Nato come fortezza militare dello Stato Pontificio del basso Lazio, venne utilizzato per oltre 500 anni (XI-XVI secolo) come punto di avvistamento.
Le fumate prodotte dall’alta torre comunicavano la necessità di trovare rifugio per via della presenza dei nemici immessi sulla via Casilina. Fumone si rivelò una fortezza inespugnabile. Vani i tentativi da parte di Federico Barbarossa ed Enrico VI di conquistare la roccaforte. Riuscì nell’impresa papa Gregorio IX, nel tredicesimo secolo, ma solo previo pagamento di un’ingente somma di denaro. In seguito, la fortezza fu adibita a prigione dello Stato dalla Chiesa. Le carceri erano note per le torture disumane a cui venivano sottoposti i detenuti.
Tra i prigionieri si segnala l’antipapa Gregorio VIII. I suoi resti non furono mai ritrovati. Altro illustre ospite fu papa Celestino V. Venne rinchiuso per volere del suo successore, Bonifacio VIII, e morì tra le mura della prigione il 19 maggio 1296 dopo quasi un anno di vessazioni – era stato persino murato vivo. La struttura perde di importanza nel tempo e nel 1584 il papa Sisto V decise di conservare il maniero in quanto luogo di memoria storica (per via della morte di papa Celestino) e lo affidò a una nobile famiglia romana: i marchesi Longhi. Da allora, l’inquilino più famoso del castello diventerà il piccolo Francesco Longhi.
Era l’unico erede maschio della famiglia e ultimo nato dopo sette femmine. Le avide sorelle erano invidiose del fatto che a Francesco sarebbero toccati tutti i possedimenti della famiglia Longhi. Così, giorno dopo giorno, mettevano dei minuscoli pezzi di vetro nel cibo del bambino. Il piccolo iniziò ad accusare dolori lancinanti, che lo condussero poi a una lenta e tragica morte alla tenerà età di 3 anni. Tuttavia, c’è discordanza di voci sulla dinamica dell’omicidio e alcuni ritengono che una delle sorelle lo abbia ucciso facendogli ingerire dell’arsenico – questa ipotesi è la più attendibile. La madre, la duchessa Emilia Caetani, non sopportava l’idea di vedere seppellite le spoglie del bimbo. Scelse quindi di far imbalsamare il corpo e conservarlo “intatto” all’interno del castello.
Nel 1990, gli attuali proprietari, Stefano e Fabio de Paolis, hanno deciso di aprirlo al pubblico.
Le leggende e i misteri – Il corpo del piccolo marchese è tutt’ora rinchiuso in una teca. Pare che il medico autore dell’imbalsamazione morì subito dopo in circostanze poco chiare. Emilia Caetani avrebbe fatto ridipingere tutti i ritratti, togliendo le immagini di gioia. Ad esempio, in un dipinto indossava una collana, poi fatta coprire, e un abito bianco, che venne fatto ridipingere di nero. Si narra che dai sotterranei provengano urla e gemiti di dolore dei condannati a morte, le cui anime sarebbero rimaste intrappolate nel castello. Si pensa che i resti di Gregorio VIII siano stati occultati in qualche intercapedine della costruzione. Celestino V sarebbe stato assassinato: il suo teschio presenta un foro grande come un chiodo. Pare che proprio questa fu l’arma del delitto. Si narra che poco prima della sua morte fu vista una croce splendente davanti la sua cella. Da allora, si sentirebbero battere colpi alle pareti.
Nel castello esiste ancora il cosiddetto Pozzo delle Vergini. Si tratta di un pozzo stretto e profondo dove pare venissero gettate le donne appena sposate che non giungevano vergini sul letto del proprietario del maniero la prima sera di nozze. Le donne erano sottoposte a questa pratica per via dello Ius primae noctis. Se il padrone riteneva che non fossero vergini, le gettava nel pozzo, e nel borgo erano udibili le loro urla strazianti.
Il mistero più grande che avvolge il castello di Fumone è quello riguardante le oscure presenze che vi abiterebbero tutt’ora. Pare che sia infestato dal fantasma di Emilia Caetani e dal figlio, il marchese bambino Francesco Longhi. Ogni notte, strani rumori infastidirebbero gli ospiti. Sembra sia possibile udire il rumore di passi della madre che si avvicina alla teca del figlio per abbracciarlo e piangere dinanzi alle sue spoglie, poco dopo la mezzanotte. Si narra anche di oggetti spostati senza che qualcuno ne sappia qualcosa. Come i tanti fantasmi che sarebbero presenti nei castelli scozzesi, anche la ciociaria può fregiarsi del suo ectoplasma.
Insomma, le leggende metropolitane che vedono coinvolta l’ex residenza Longhi sono molte. Qualcuno ritiene siano vere e afferma di aver udito strane voci e di aver appurato strani spostamenti di oggetti. Raziocinio vuole che di vero non ci sia nulla e la teoria del rasoio di Occam sarebbe la più appropriata da usare in tali casi.
Comunque, quando calano le tenebre, un brivido scorre sulla pelle di tutti i visitatori che pensano al fantasma del marchese bambino e alle altre anime che negli anni hanno trascorso del tempo al maniero.
Di seguito sono visibili alcune foto che ritraggono la teca del marchese bambino imbalsamato e del castello. C’è anche un video documentario tratto dal canale Marco Polo. C’è inoltre un video di una nota trasmissione televisiva – poco attendibile in quanto ad approccio scientifico ai fenomeni paranormali – e un filmato di alcuni cacciatori di presenze, presente su YouTube, che si sono occupati del mistero, oltre che una ricostruzione storica eseguita dal Professor Carlo Vottola d’Abenantes. Ricordiamo che per visitare la struttura, tutte le informazioni si trovano sul sito ufficiale.
Voi cosa ne pensate di queste leggende?
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