Curiosità

Facebook: il più grande contenitore al mondo nel prossimo secolo sarà un cimitero “virtuale”

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Furto dati Facebook: il Garante Privacy chiede al Social di adottare misure per limitare i rischi. Utenti invitati a prestare particolari attenzioni alle anomalie sui propri cellulari

Ventotto milioni di utenti potenziali solo in Italia, di cui venticinque attivi, con il Lazio sorprendentemente in testa alla classifica delle regioni dall’alto dei suoi 2.8 milioni di iscritti nella sola provincia di Roma, pari esattamente a 1/10 del totale.

Facebook

 

Che i numeri di Facebook siano altisonanti non siamo certamente noi a dirlo, basti guardare la diffusione e la penetrazione del social network più potente di sempre, capace di catalizzare il traffico nel web fino al punto di arrivare a compiere una vera rivoluzione non solo nel tema delle relazioni sociali, ma anche per quanto riguarda l’informazione e i modi di consumo di ogni singolo utente, “schedato” in base ai click e le preferenze.

Un mare magnum virtuale simile ad un’immensa agorà, nel quale ogni persona ha la possibilità di regalare il suo feedback interagendo in prima persona in base ai contenuti visualizzati.

La rivoluzione cybernetica di questi primi anno duemila trascina però con sé una domanda inquietante: quale sarà il futuro degli utenti Facebook nei prossimi decenni, arrivando a toccare anche il XXII secolo?

Se i parametri del social network dovessero rimanere questi, la prospettiva sarebbe quella di un immenso cimitero virtuale, con il numero dei profili inattivi che supererebbe di gran lunga quello degli iscritti reali.

Il ragionamento trova riscontro nella logica, suffragata da pochi e semplici calcoli: solo in Italia, il numero dei membri Facebook è passato dal milione scarso del 2008 ai sei milioni del 2009, arrivando a 12 milioni nel 2010 e ai 18 del 2011. L’ultima impennata è coincisa con i 24 milioni totali di iscritti registrati ad inizio 2013, poi è arrivato il prevedibile assestamento che, complice la scarsa natalità degli ultimi anni, prospetta una crescita pari a zero della piattaforma nel lungo periodo.

Questione diametralmente opposta riguarda quella dei decessi, un numero in fisiologico aumento rispetto ai primi anni di vita della piattaforma e destinato ad aumentare nel corso degli anni con l'”accumulo” degli account rimasti inattivi.

Bisogna inoltre considerare come quello che era uno strumento per “soli giovani” abbia conquistato con il passare degli anni una fetta sempre maggiore di utenti in età matura, un fattore che rende sempre più omogenea la composizione virtuale del pubblico facebookiano e ha inevitabilmente alzato l’età media della popolazione virtuale.

Ragion per cui, calcolatrice alla mano, se nel 2010 gli utenti scomparsi sono stati poco meno di 400.000 e nel 2012 hanno superato le 500.000 unità, nell’anno corrente si prevede una stima di circa 1 milione di decessi su scala mondiale, solo in parte compensati dai nuovi iscritti.

L'”apocalisse” del web potrebbe essere evitata solo nel caso in cui Facebook si decida a sospendere gli account che rimangono inattivi per un determinato periodo di tempo, una scelta che il social più famoso del mondo continua per il momento a rifiutare.