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Ciociaria, persi circa 7.500 posti di lavoro nell’edilizia dal 2008 ad oggi

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Il treno dell’edilizia fa fatica a riprendere la sua corsa, i segnali positivi del 2016 sono stati offuscati dal nuovo codice degli appalti, recentemente ritirato dal governo per le sue difficoltà attuative. Il comparto ciociaro è in una fase di stagnazione, quantomeno non c’è decrescita, un segnale da prendere positivamente anche se il settore presenta numeri da brividi:

“Dal 2008 ad oggi – ha sottolineato il segretario generale della Feneal Uil Flavio Fareta – abbiamo perso intorno ai 7500 posti di lavoro. Se nel periodo pre-crisi contavamo 11 mila addetti che sviluppavano 113 milioni di euro di massa salari, oggi gli operai che lavorano nell’edilizia si aggirano sui 4500. Mi domando: quante Marangoni e quante Videocon hanno chiuso? Perché questa erosione di posti di lavoro è passata sotto silenzio? Forse perché si tratta di piccole e medie imprese? Nel 2016 c’è stata una crescita del 3% e, di questo passo, servirebbero altri 30 anni per tornare ai livelli del 2008”.

La Feneal Uil sta lavorando ad alcuni protocolli d’intesa per favorire la crescita del comparto: “Peccato aver perso le Olimpiadi di Roma del 2024 perché – ha evidenziato Fareta – per le nostre imprese poteva essere un’ottima occasione. Siamo in attesa di avere un incontro per siglare accordi per la ricostruzione di Amatrice.

Le ditte ciociare sono molto preparate sulla lavorazione del cemento armato e, come sta accadendo per L’Aquila, potrebbero avere diverse chances negli appalti che verranno predisposti per riedificare il paese dopo il terribile terremoto. La ripresa dell’intera economia del territorio passa attraverso la manodopera che, da sola, sviluppava circa il 25% del Pil. Senza di questa, neanche gli investimenti fatti da Fca, avrebbero effetti positivi”.

La Feneal Uil è impegnata anche sul tavolo delle trattive per cambiare il l’attuale codice degli appalti: “Stiamo battagliando per rivedere alcuni aspetti del codice e in particolare mettere un freno a quelle aziende che tentano qualsiasi espediente per evadere il fisco, come il ricorso alle partite Iva per stranieri o ai voucher. A mio avviso – ha chiosato Fareta – sarebbe decisivo eliminare del tutto i subappalti”.