Il 32enne arrestato nella mattinata di ieri dai militari della Stazione di Piglio, poiché responsabile di sequestro di persona, nel corso del processo con rito direttissimo è stato rimesso in libertà con divieto di dimora nel comune di Piglio, dopo che l’avvocato di fiducia aveva richiesto ed ottenuto i “termini a difesa” con fissazione di una nuova udienza.
L’uomo, residente a Roma, non è nuovo a tali episodi, infatti, nella stessa abitazione all’interno della quale è stato consumato il reato di cui sopra e della quale egli ha la materiale disponibilità, anche nell’ottobre 2015 si rendeva protagonista di un fatto analogo: nella circostanza il 32enne, dopo aver conosciuto una ragazza tramite un social network, la convinceva ad accompagnarlo a Piglio dove la costringeva ad avere diversi rapporti sessuali. Per tale vicenda risulta indagato per lesioni aggravate, violenza sessuale e sequestro di persona dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone.
Nella mattinata di ieri, la vicenda si è pressoché ripetuta, infatti, dopo aver trascorso la serata in un ristorante di Piglio, così come aveva fatto nell’ottobre 2015, invitava la ragazza a recarsi presso la sua vicina abitazione laddove chiedeva esplicitamente di avere un rapporto sessuale. Nonostante la sua ospite avesse reiteratamente rifiutato di aderire alla sua richiesta, egli chiudeva a chiave la porta d’ingresso impedendole di andare via. Dopo diverse ore, durante le quali la ragazza chiedeva aiuto urlando, approfittando di un momento di distrazione del suo aguzzino, questa riusciva a chiedere aiuto tramite il numero di emergenza 112.
In seguito a detta telefonata, il Comandante della Stazione di Piglio, immediatamente allertato dalla Centrale Operativa, avendo compreso che poteva trattarsi di una vicenda simile a quella già verificatasi in passato e coadiuvato da un equipaggio dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Anagni, si portava immediatamente sul posto ove dall’esterno si potevano udire le forti urla della ragazza.
Dopo aver richiesto, invano, che venisse aperta la porta d’ingresso e temendo per l’incolumità della giovane i militari sfondavano la porta facendo irruzione nell’abitazione dove soccorrevano la ragazza e bloccavano l’uomo.
Importanti, nella circostanza, sono state le testimonianze fornite dalle persone residenti in prossimità dell’abitazione che, nel corso delle indagini, hanno permesso di qualificare compiutamente i reati commessi dall’arrestato