Il produttore giapponese ha presentato alla stampa Gundam G Reconguista e il film Mobile Suit Gundam Thunderbolt: December Sky, nuovi capitoli della saga animata creata da Yoshiyuki Tomino, premiato domenica dal Min. Dario Franceschini con il Romics d’Oro, a conclusione della manifestazione.
Signor Ogata, lei ha lavorato alla produzione di quest’ultima serie dedicata a Gundam. A quasi quarant’anni dalla nascita del personaggio, quanto sono cambiati i mondi del disegno e dell’animazione, a suo parere?
In Giappone dividiamo due generazioni di animatori: la prima rappresenta coloro che hanno dato inizio alla storia dell’animazione giapponese, tra questi il maestro Tomino e il maestro Miyazaki (autore di numerosissimi film e fondatore dello Studio Ghibli, ndr). Loro non hanno mai dato per scontato il fatto che la gente potesse vedere un cartone animato. La seconda generazione, invece, lo ritiene come parte della propria vita quotidiana. Negli ultimi vent’anni c’è stato un notevole cambiamento per quanto riguarda la parte tecnica: siamo passati dall’animazione cell a quella digitale. Questo ci ha permesso di diversificare le maniere per trasmettere i valori che ci vengono insegnati fin da bambini.
E’ possibile, quindi, che nel mondo dell’animazione manga si arrivi ad utilizzare la tecnica della stop motion già utilizzata da Tim Burton?
In quest’ultima serie la tecnica della stop motion non è stata utilizzata, ma la possiamo trovare nelle parti finali di altre serie animate della Sunrise (la casa produttrice di Gundam, fondata dallo stesso Tomino, ndr). Questo dimostra che la tecnologia, pian piano, si sta evolvendo, e che la distanza tra il mondo dell’animazione e quello reale si sta assottigliando sempre di più.
Dunque, la vita reale ha una grande influenza sulle vostre creazioni.
Noi creiamo per la realtà in cui ci troviamo a vivere, le nostre creazioni ne sono un po’ lo specchio. per cui sì, posso dire che la sua influenza è molto forte.
Oggi si parla molto di generazioni connesse. Quali sono le sue considerazioni relative alle nuove tecnologie, in particolare i social media? Quanto possono influenzare la vita dei ragazzi di oggi?
Da piccolo, come tutti i bambini delle generazioni precedenti quelle attuali, non avevo il pc, e tieni conto del fatto che Windows era già arrivato quand’ero all’università, ho cominciato a usare Internet e il cellulare non appena ho avuto il mio lavoro. Oggi, però, nonostante da bambino non abbia avuto bisogno di questi strumenti tecnologici e dei social media, non saprei veramente farne a meno. In Gundam la usiamo, ma non in maniera esagerata, perché poniamo l’accento sul contatto fra i protagonisti. C’e, infatti, un mondo in cui, se i due Mobile Suit non si toccano non ci potrà essere comunicazione tra loro.
Nella conferenza stampa, Tomino ha accennato ad una colonia. Questo mondo può essere paragonato a quanto lui ha detto?
Sì, esatto.
La fantascienza può influenzare la realtà?
Io ho iniziato a lavorare su Gundam da poco tempo, se pensiamo che il personaggio è stato creato quasi quarant’anni fa. Durante tutto questo tempo, può essere che qualcuno, guardando l’anime ideato da Tomino, abbia deciso di diventare un’astronauta. Noi, dunque, intendiamo dare uno spunto a chi voglia trovare la sua strada creando storie di questo tipo.
Lei, quindi, crede nell’uso delle nuove tecnologie come un veicolo per poter fare qualcosa di buono? Perché questo tipo di scoperte, di solito, è appannaggio del campo militare, oltre che di quello scientifico, e potrebbero essere utilizzate in terreni di guerra come ad esempio quello siriano.
In Gundam G Reconguista c’è l’uso delle nuove tecnologie, ma queste, secondo l’idea del maestro Tomino e mia, non sono sempre positive. Il modo in cui esse vengono usate denota il fine a cui portano, e questo lo si può vedere molto bene all’interno dell’anime, che peraltro è stato pensato per i bambini, proprio perché capiscano a fondo questa differenza.