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Pavona, allarmanti livelli di arsenico nell’acqua

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Gli esiti delle analisi chimiche effettuate dalla Asl il 30 marzo 2017 su una fontanella di Via Nettunense nel Comune di Castel Gandolfo, in zona Pavona Laghetto, hanno rilevato valori “fuori legge” di arsenico (12 µc/l rispetto al limite di 10 µc/l) e di floruri (1,8 µc/l rispetto al limite di 1,5 µc/l).

La cosa è gravissima, in quanto per molti anni la popolazione dei Castelli Romani e di Pavona è stata costretta ad utilizzare acqua con elevati valori di arsenico la cui presenza, superiore ai limiti di legge, è considerata dannosa e pericolosa dalla Commissione Europea, dallo Stato Italiano e da moltissimi ricercatori ed epidemiologi internazionali.

Il Sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi, dal canto suo afferma che “Acea ha immediatamente risolto la problematica immettendo semplicemente una maggiore quantità di acque provenienti dall’Acquedotto Marcio nel serbatoio di Madonna di Coccio e facendo tornare immediatamente i valori nella norma”.

A circa 14 anni di distanza dal primo decreto che autorizzava alcuni Comuni dei Castelli Romani a distribuire acque in deroga ai limiti sull’arsenico, l’ACEA non ha ancora avuto il tempo di provvedere a rendere le acque realmente potabili.

Il sistema delle toppe applicato da Acea alla situazione catastrofica del bilancio, della qualità e dei consumi idrici dei Comuni dei Castelli Romani si basa sull’apporto di acqua esterna dall’acquedotto Marcio SENZA CHIUSURA DEI POZZI LOCALI CON ALTA PRESENZA DI ARSENICO.

L’apporto di acqua esterna è l’unico fattore che abbia abbassato in parte e in modo oscillante le concentrazioni di arsenico, fluoro e vanadio. Ma è una goccia nel mare. Le toppe, per definizione, tengono per poco e poi si rompono.

Di fatto i cittadini di Pavona di Castel Gandolfo riforniti dal serbatoio di Madonna di Coccio si trovano quotidianamente a “rischio arsenico” a causa della oscillante miscelazione di acque contaminate dall’arsenico dei pozzi locali con acque potabili provenienti dall’Acquedotto Marcio.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani denuncia anche la MANCATA TRASPARENZA della ASL ROMA H, che non ha ancora pubblicato sul proprio sito istituzionale le analisi delle acque effettuate nel 2017. (per legge le analisi delle acque devono essere eseguite ogni mese), chiedendo inoltre ad ACEA e ai Sindaci l’immediata chiusura dei pozzi locali inquinati dall’arsenico.

Partito Comunista dei Castelli Romani