È stato pubblicato sul sito della Regione Lazio, nella pagina dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità, il bando per l’assegnazione in concessione in uso a titolo gratuito della villa confiscata ad un esponente del clan Casamonica.
La villa unifamiliare, in via Roccabernarda a Roma è composta di due piani con una superficie totale lorda di mq. 600 circa che diventerà presto luogo di inclusione sociale. Il bando regionale scadrà il 15 maggio ed è rivolto alle associazioni del volontariato, alle cooperative sociali e alle associazioni di promozione sociale e alle associazioni di protezione ambientale.
Difficile, fino a 21 anni fa, immaginare che le ricchezze delle mafie potessero trasformarsi in opportunità di lavoro, in luoghi di stimolo alla partecipazione civile, in strumenti di cambiamento. Un risultato reso col tempo possibile grazie all’impegno di molti, frutto di un percorso che arriva da lontano. Dietro c’è l’intuizione di un grande siciliano, Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982 con il suo autista Rosario Di Salvo, che capì l’importanza di colpire le ricchezze mafiose sotto il profilo patrimoniale e insieme all’allora Ministro dell’Interno Virginio Rognoni ispirò la prima legge sulla confisca dei beni. Il passo successivo fu nel 1996 l’approvazione della legge n. 109 sul riutilizzo sociale di quei beni per cui Libera si impegnò con la raccolta di oltre un milione di firme.
”Con questo bando – spiega Rita Visini, assessore regionale alle Politiche sociali, sport e sicurezza – costruiamo insieme la possibilità concreta di trasformare un bene simbolo del potere criminale sul territorio da intoccabile a ‘patrimonio comune’, destinato cioè alla collettività per fini di utilità pubblica, di crescita condivisa e sostenibile”.
“Con il rilancio del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata – afferma Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità – affermiamo un principio di valore culturale, etico educativo nella lotta ai sodalizi criminali che ci deve vedere tutti protagonisti. Solo facendo ognuno la sua parte accompagniamo e sosteniamo il lavoro prezioso della Magistratura e delle Forze di Polizia alle quali va tutta la nostra gratitudine. Lanciamo l’appello a tutto il terzo settore – conclude Gianpiero Cioffredi – affinché sconfiggano la paura e partecipino in tanti al bando per l’utilizzo sociale di un immobile confiscato ad un clan che a Roma si caratterizza per il suo forte potere di intimidazione. Più domande arriveranno, più dimostreremo che insieme possiamo liberare Roma dai sodalizi criminali e dai loro affari illeciti. La partecipazione a questo bando può rappresentare un grande segnale di speranza e di riscatto per tutti i cittadini romani”.