“Continuo a ritenere che le posizioni di alcuni ministri su Alitalia siano sbagliate e persino irritanti. Come se, nella logica del prendere o lasciare, non essendo passato il preaccordo ora i lavoratori saranno costretti a pagare per il loro voto. Vorrei, come ho fatto più volte, ribadire che non si può accettare una crisi di questa portata che coinvolge decine di migliaia di lavoratori e che estromette l’Italia da un asset produttivo decisivo che francesi, inglesi, tedeschi e spagnoli si guarderebbero bene dall’abbandonare, imboccando la via del fallimento e della liquidazione. Si impone un ragionamento nel merito, lontano da qualsiasi approccio ideologico, del perché si è arrivati a questo punto, non certo per responsabilità dei lavoratori, ma attraverso una serie di scelte sbagliate che sono state fatte anche recentemente dai nostri imprenditori privati che hanno portato l’azienda sull’orlo del baratro.
Prendo atto, invece, con interesse della posizione di Matteo Renzi apparsa su alcuni quotidiani che critica la conduzione della crisi e apre la possibilità di un confronto a tutto campo per trovare una soluzione positiva. Auspico che, dopo le primarie del Partito Democratico, il segretario eletto metta al centro dell’iniziativa politico-istituzionale un tema che riguarda circa 40mila lavoratori tra dipendenti Alitalia e indotto. Un grande partito del centrosinistra deve ritornare ad affrontare con efficacia e senza ideologismi o neoideologismi i problemi della difesa produttiva e occupazionale italiana”.