Riceviamo e pubblichiamo.
La lettera con la quale l’Amministratore Unico di Lazio Ambiente informa la Regione e le organizzazioni sindacali della “grave criticità economica e finanziaria che investe la Società e che potrebbe a breve pregiudicare il regolare esercizio d’impresa” è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità della classe dirigente del nostro territorio nella gestione del denaro pubblico – affermano congiuntamente in una nota i consiglieri del Comune di Colleferro Maurizio Del Brusco ed Emanuele Girolami dell’Italia dei Valori.
Questa triste vicenda si somma alla procedura fallimentare della Farmacia Comunale ed ai debiti di oltre 4 milioni di euro della STU di Colleferro.
Noi abbiamo società che si sono caratterizziate negli anni per le assunzioni clientelari e per l’inefficienza, con costi per la collettività, non solo di ordine economico, ma nel caso della gestione dei rifiuti, anche con l’aumento di rischi ambientali per la nostra popolazione, come è stato evidenziato in studi scientifici.
Lazio Ambiente ha ora preannunciato l’attuale impossibilità a “ procedere alla corresponsione delle retribuzioni del corrente mese” nei confronti dei dipendenti, battendo per l’ennesima volta cassa alla Regione. Questo è diventato, dopo il fallimento del Gaia, un pozzo senza fondo.
Noi pensiamo invece che Lazio Ambiente debba essere capace di camminare sui propri piedi. Di dimostrare di saper stare sul mercato. Si inizi quindi, senza pietà, a chiedere alle amministrazioni comunali morose nei confronti di questa società il pagamento del servizio.
Non è giusto che i Comuni incassino le costose tasse per lo smaltimento dei rifiuti dai cittadini e poi non paghino la società addetta alla raccolta e smaltimento di questi rifiuti.
La Regione, se vuole essere utile veramente, faccia quindi pressione sulle amministrazioni morose e Lazio Ambiente sospenda, per grave inadempimento, il servizio nei Comuni che non pagano. Solo cosi il problema si potrà risolvere. Ad una prestazione di lavoro deve necessariamente corrispondere una giusta remunerazione, anche se la società si deve impegnare a garantire dei livelli qualitativi del servizio erogato sicuramente superiori a quelli insoddisfacenti che fornisce ora.
Crediamo che sia arrivato il momento di dire basta al buonismo politico, conclude la nota.