R9193 presenta alcuni lavori di una produzione dei primi anni novanta in cui Oscar Netto risponde ad una personale esigenza di spogliare l’opera d’arte da ogni sorta di ridondanza visiva e comunicativa.
Il risultato di quella indagine artistica ha portato alla creazione delle opere qui esposte, che nella loro essenzialità e apparente semplicità racchiudono un processo creativo estremamente fisico e complesso, dato dall’uso di materiali non specifici all’ambito artistico, in cui Netto sposta l’attenzione sull’importanza dell’opera non come prodotto finale, ma come ‘territorio del fare’.
Le opere finite, private di ogni possibilità narrativa, rimangono a testimoniare l’approccio al lavoro con cui l’artista non cerca di raccontare storie, piuttosto di aprire con le opere una finestra sul luogo del suo operare. Concepite senza titoli per enfatizzare il loro carattere non narratologico, questi lavori dimostrano come il loro silenzio visivo e linguistico possa essere al contempo profondamente comunicativo.
Indagando il concetto di comunicazione non lineare, Netto sviluppa queste opere in modo che esse possano esprimersi attraverso l’interazione tra loro e lo spazio che le circonda. Dopo la loro creazione, i lavori di maggiori dimensioni di questo ciclo furono assemblati in modo da formare un ambiente all’interno dello studio romano dell’artista. Creando un’installazione immersiva con le singole opere, Netto indagava su una possibile funzionalità del suo lavoro artistico, e attraverso questo processo ne riscopriva il suo valore. L’installazione è concepita come uno spazio/luogo dove stabilire la misura tra l’opera e il mondo.
La mostra, a più di vent’anni di distanza dalla realizzazione dei lavori esposti, nasce dal desiderio dell’artista di creare una diversa dimensione spaziale, in cui le opere siano nuovamente libere di instaurare scambi dialettici tra loro, lo spazio e chi ci si relaziona. Sebbene con il passare degli anni nuove letture di queste opere siano emerse, ci è sembrato necessario mostrare una parte significativa della loro storia passata, ed è proprio da questa esigenza che nasce l’animazione qui esposta. La mostra nella sua essenzialità cerca di armonizzarsi con i concetti in base ai quali queste opere furono plasmate, e da qui nasce il suo titolo, che non racconta o tenta di aggiungere significati altri, ma è funzionale alla collocazione delle opere nel loro spazio e tempo ‘Roma, 1991-1993’.
Orari di apertura: dal martedì al sabato dalle ore 17:00 alle ore 20:00 – Ingresso libero