Aperti in via eccezionale i cantieri di restauro del primo lotto del Mausoleo di Augusto. L’operazione, finanziata dalla Fondazione Tim e dalle istituzioni di Roma Capitale, è iniziata il 31 ottobre scorso.
Sono stati aperti in via del tutto eccezionale alla stampa i cantieri di restauro del primo lotto del Mausoleo di Augusto nel centro della Capitale. L’operazione, partita lo scorso 31 ottobre, è stata finanziata da Roma Capitale e dalla Fondazione Tim.
Presicce: parliamo del più grande monumento del mondo antico
A Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale, è stato affidato il compito di introdurre la parte tecnica. <<Quando parliamo del Mausoleo di Augusto, ci riferiamo al più grande monumento del mondo antico, con un diametro di 87 metri e un’altezza presunta di circa 45 metri>>.
<<Quando abbiamo cominciato a progettare i lavori, abbiamo verificato che si tratta di 13.000 mq di muratura da restaurare, circa 800 mq di superfici da impermeabilizzare. I ponteggi che oggi circondano metà del monumento ricoprono un’area totale di circa 8.000 mq. Inoltre, prima dell’intervento voluto da Augusto, l’area in cui il Mausoleo è collocato – il Campo Marzio, ndr – era sostanzialmente priva di monumenti pubblici, dove si riunivano magistrati ed eserciti>>.
<<Augusto volle erigere questo monumento in connessione con quello di Agrippa, suo generale, e con il Pantheon, in un legame che relazionasse la sua figura con la divinità lì venerata. Il monumento fu ispirato da quello di Alessandro Magno, e le indagini che abbiamo effettuato nel corso di questi mesi hanno finalmente consentito di individuare una connessione simbolica tra lo stesso Mausoleo e i monumenti funerari di matrice ellenistica: la presenza di robusti e stretti anelli concentrici, a volte coperti, che determinavano un tipo di ritualità nell’accesso alla cella funeraria, tipicamente greco.>> <<Pensavamo, poi, di avere scoperto tutto. Invece, durante i lavori, sono emerse altre scoperte: monumenti scultorei raffiguranti una figura imperiale, probabilmente di epoca severiana, e altri resti portati in altro luogo, per essere restaurati e per poter rendere finalmente libero il piano di calpestio originale del Mausoleo, che deve essere preservato. Per questo abbiamo immaginato una copertura sulla struttura monumentale conservata, per preservare lo stesso piano con le murature perimetrali originarie.>>
<<Il Mausoleo costituirà, insieme con l’Ara Pacis, un polo di attrazione nuovo. Il lotto di lavori finanziato dalla Fondazione Tim prevede la realizzazione di tutti gli impianti necessari all’accessibilità del monumento, soprattutto la possibilità di trasformare le concamerazioni dell’anello esterno in un percorso espositivo e musealizzato, che racconterà la vicenda del monumento stesso, utilizzato nel corso dei secoli anche come fortezza dai Colonna, come residenza privata dalla famiglia Soderini, con un giardino che ha ispirato le soluzioni individuate dagli architetti per la sistemazione della copertura, che sarà utilizzata anche come area percorribile. Fu anche usato come luogo per corride e auditorium per spettacoli musicali e di prosa. Nel 1936 il governo di allora decise di demolire l’area circostante, isolando il monumento, recuperandone le strutture e realizzando l’attuale Piazza Augusto Imperatore, che vedrà un’importante trasformazione, che ha già permesso il rilevamento di una parte dei resti della pavimentazione antistante l’ingresso del Mausoleo stesso, su cui sono tracciati disegni preparatori, probabilmente per altri monumenti.>>
Luca Bergamo: soddisfazione per aver sbloccato fondi
Il vicesindaco di Roma Capitale, Luca Bergamo, ha espresso la sua <<soddisfazione per essere riusciti a sbloccare un progetto che era rimasto incagliato a lungo e per molti anni>>. <<E’ stato uno dei primissimi interventi fatti dal momento in cui ci siamo insediati. Ringrazio l’impegno del Sovrintendente Presicce e della Fondazione Tim, che ha mostrato sensibilità rispetto alle difficoltà delle passate amministrazioni nel trovare fondi per questo progetto, prendendo il proprio impegno per quest’opera, importantissima per la città>>.
Il vicesindaco ha poi continuato: <<Penso che la giornata di oggi cada in un momento interessante, perchè esiste una discussione, già affrontata dagli organi di stampa, che riguarda il rapporto fra turismo di massa e agibilità dei nostri centri storici. Dinanzi al fatto che per anni sono state fatte politiche del turismo concentrate sullo sfruttamento dei beni culturali più noti, che esiste una classe emergente in Asia di proporzioni senza precedenti che comincia a viaggiare e che, fortunatamente, una felice contingenza ha voluto che l’Italia fosse estranea ai fenomeni di violenza terroristica, c’è una fortissima pressione turistica sulle nostre città storiche e d’arte>>.
<<Abbiamo quindi cominciato, tempo fa, una discussione sul fatto che bisogna regolare i flussi delle persone ai siti più importanti mediante accessi controllati. La risposta della nostra amministrazione è che questa linea non è percorribile. Questi luoghi appartengono alla città, sono un identificativo e formano l’identità degli stessi cittadini, che, allo stesso modo dei turisti, devono poter usufruire di un’esperienza dignitosa, cioè godere delle bellezze di questa città. Ecco, quindi, perchè bisogna distribuire l’attenzione su tutto il suo patrimonio culturale. In questo senso rientra nel nostro programma il Mausoleo di Augusto, che è una porta di ingresso alla Roma storica. E’ nostro auspicio, inoltre, poter prevedere il recupero di beni dislocati fuori dal centro città, come la Via Appia. Questi lavori segnano la strada per la riconquista del Mausoleo alla vita della città, e ci indicano che le nostre città possono affrontare il tema della ridistribuzione sostenibile del turismo, riconquistando il loro valore>>.
Recchi: restituiremo a Roma uno dei suoi monumenti più importanti
Il presidente della Fondazione Tim, Giuseppe Recchi, fa eco alle parole del Sovrintendente Presicce, soffermandosi sulla grandezza del Mausoleo. <<Oggi è un po’ soffocato non solo dal fatto di essere affossato in un buco, ma anche dall’essere stato dimenticato. La piazza non evoca la sua presenza. Per questo, restituiremo a Roma uno dei monumenti più importanti della sua storia, e insieme al comune daremo una modalità narrativa tale da paragonarlo ai monumenti iconici come il Colosseo>>. Il progetto, ha spiegato Recchi, è nato da due considerazioni. <<Innanzitutto, un’esperienza. Due anni fa andammo a vedere l’installazione fatta dal Comune ai Fori Imperiali, e prendemmo atto di un concetto di purità, eravamo convinti dell’utilizzo delle tecnologie per la narrazione del contenuto artistico-culturale. Troppo spesso, questo patrimonio non viene sfruttato né per essere riconsegnato alla normale fruibilità né per l’immenso potenziale che potrebbe esprimere. Negli Stati Uniti sono riusciti a dare una narrativa epica a contenuti quasi banali, perchè non hanno una storia antica come la nostra. Questo è un esempio virtuoso di un contenuto che racconta un popolo. Il paradosso è che abbiamo la più grande bibliografia narrativa al mondo in fatto di contenuti, rappresentata dai suoi resti, perdiamo l’opportunità di raccontare la nostra storia in modo che diventi il sogno italiano. Con tutto questo possiamo fare di tutto, compresa la narrativa tridimensionale, e se gestito in una maniera attuale, diventerà una vetrina a livello internazionale e un’ottima fonte di autosostentamento e guadagno, il che vuol dire lavoro e tecnologia. Da qui, l’interesse della nostra Fondazione.>> L’obiettivo, dunque, è raccontare la storia attraverso la tecnologia, in modo che sia accessibile a tutti. <<Abbiamo trovato nel Comune un partner eccezionale, molto ricettivo nel progetto e nella parte esecutiva, e la data a due anni di consegna è secondo programma>>. Secondo Recchi, infine, il Mausoleo sarà <<un luogo che permetterà l’utilizzo delle tecnologie digitali che sia il più semplice, affascinante e accattivante possibile, a beneficio di tutti. Daremo nuovamente voce alla Piazza attraverso la musica, daremo luce attraverso le nuove cesate e illuminando la Piazza anche di notte, riconsegnando alla città un luogo che deve essere vissuto>>. Ma l’impegno non è finito. <<Bisogna costruire insieme al Comune tutti i contenuti del percorso>>. Un percorso che passa attraverso la musica, la cui parte è rappresentata in platea dal direttore artistico Luca Iosi.
La sindaca Raggi: inauguriamo un nuovo modo di collaborare tra istituzioni e privati
La sindaca di Roma, intervenuta alla fine della manifestazione, non ha dubbi. <<Ci troviamo a presentare al mondo un nuovo modo di comunicare tra istituzioni e privati e un’opera archeologica di pregio e rilievo assoluti. E’ ancora in fase di lavori, ma la presentiamo perché questo cantiere non fa sì che la struttura sia inaccessibile, bensì consente alle persone di iniziare a partecipare a quelli che sono i futuri lavori. Avremo un sito web in cogestione che consentirà a tutti di seguire l’andamento e le tecniche dei lavori, le cesate non impediranno la visuale, ma consentiranno a tutti di iniziare a conoscere la storia, tutto quello che si potrà vedere. Questo cantiere consente di preparare tutto quel che sarà. Inoltre, la collaborazione tra pubblico e privato crea un’aspettativa che consente di portare avanti il concetto secondo cui l’arte non va sfruttata a fini turistici con dei tornelli, ma è l’essenza del nostro patrimonio a renderlo degno di essere vissuto e partecipato e a rendere la stessa città un polo ancora più attrattivo. Questo è un disegno complessivo che consente di opporre ad una logica puramente speculativa, mercatale e mercificatoria dei beni, un’altra che è di partecipazione, vita vissuta e compenetrazione di questi beni, che appartengono ad un’era, e che devono essere ancora curati, ma devono essere inseriti nella città moderna>>. Questo, secondo la Raggi, è <<il punto di rilancio per cui l’Amministrazione vuole trovare nuove collaborazioni con partner intelligenti come la Fondazione Tim. Fino adesso abbiamo raccontato poco, tenendo nascosti molti reperti, soprattutto in periferia. Se si dovesse confermare la volontà di tenere ferme al centro le risorse per il recupero dei beni, rimarrebbero tante realtà non raccontate e non vissute, e noi dobbiamo cercare di contrastare questa tendenza, perché Roma è piena di parti da raccontare, pezzi di storia che possono raccontarci la città com’era. Talvolta, quando, durante gli scavi o i semplici lavori pubblici, si ritrovano dei referti, questi vengono semplicemente catalogati e poi ricoperti perché non si hanno i fondi, i modi o la volontà di curarsi di questa parte di patrimonio, e di raccontarla. Noi vogliamo iniziare, da qui, un nuovo modo di raccontare Roma, le esistenze, quello che era, ai cittadini di oggi e domani. Spero che la collaborazione con la Fondazione Tim sia un modello da replicare>>.
Prezzi: possibilità di consentire accesso gratuito agli abitanti di Roma
Ad una domanda sull’introduzione di un ticket per l’ingresso al Mausoleo, il vicesindaco Bergamo ha risposto: <<Stiamo valutando la possibilità di introdurre l’ingresso gratuito per gli abitanti di Roma>>
Tempi per la riapertura
Sui tempi per la riapertura del Mausoleo, il Sovrintendente Presicce ha specificato: <<Il primo lotto di lavori è iniziato il 31 ottobre, benché le offerte pervenute per la gara bandita presentavano caratteristiche anomale che hanno imposto tempi di verifica, che ci hanno portato fino all’autunno scorso, rispettando comunque la data di avvio. Ed è stata rispettata anche la data prevista per l’avvio del secondo lotto, partito cinque mesi dopo il primo per poter acquisire informazioni e dati necessari. Contiamo di completare i lavori entro due anni (i lavori dovrebbero finire nell’aprile del 2019, ndr), e nel frattempo abbiamo immaginato aperture straordinarie e controllate per piccoli gruppi, soprattutto per cercare di comprendere la complessità dei lavori che questo monumento richiede>>.