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Sanità. Buone notizie per Subiaco e il nuovo ospedale dei Castelli Romani. Colleferro non pervenuto

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Dalla sanità del Lazio giungono buone notizie da Subiaco e dai Castelli Romani. Il 16 maggio c’è stata l’inaugurazione del reparto Chirurgia e Day Surgery all’ospedale Angelucci di Subiaco: uno dei poli che più ha subìto i recenti tagli legati alla sanità del Lazio. Sono stati messi a disposizioni 10 nuovi posti letto per quanto riguarda la Chirurgia Generale d’Urgenza e altri 10 per il Day Surgery multidisciplinare.
Il Direttore Generale della Asl Roma 5, Vitaliano De Salazar, ha spiegato di aver raggiunto un importante traguardo, nonostante qualche ritardo. Queste le sue parole: “In pochi mesi abbiamo inaugurato e messo a disposizione dei cittadini la Lungodegenza, la Medicina ed ora anche la Chirurgia. […] Il nostro lavoro continua, ci sono altri progetti da portare a termine, e rispetteremo tutti gli impegni presi”.

Le buone notizie sul versante sanità proseguono: il 22 maggio ci sarà la visita del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, insieme a quella dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, al cantiere dei lavori nel nuovo ospedale dei Castelli Romani, ad Ariccia.

In Ciociaria, si sta portando avanti il progetto del Centro di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica che si vuole istituire all’interno del presidio ospedaliero di Anagni. Inoltre, è stata già deliberata l’istituzione di 20 posti letto per la degenza infermieristica e la riattivazione delle sale operatorie con una èquipe che distribuirà gli interventi tra Frosinone, Anagni e Alatri.

Probabilmente, non vi sarà sfuggito che non sono stati menzionati né l’ospedale di Palestrina, tanto meno quello di Colleferro (il cui Pronto Soccorso è quotidianamente sull’orlo del collasso): non pervenuti. In questo contesto, l’associazione Cittadinanza Attiva Tivoli e Subiaco e Il Comitato libero A difesa dell’ospedale di Colleferro” si batte da tempo per salvaguardare la sanità locale, con manifestazioni di piazza, per cercare – inutilmente – di dialogare con le istituzioni e partecipare nelle scelte e nella politica sanitaria del territorio.
Ci consola il fatto che, almeno nella zona della Ciociaria, dei Castelli Romani e in quella di Subiaco, si sia accesa una piccola speranza per la sanità laziale.