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Da Roma a Horsens: esperienza di studio in Danimarca

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Da Roma a Horsens: esperienza di studio in Danimarca

Da Roma a Horsens: esperienza di studio in Danimarca

La Danimarca, regno della pioggia, del vento e terra natia dei vichinghi, è considerato anche uno dei paesi più felici del mondo, con condizioni lavorative decisamente superiori alla media, ma quello che in molti non sanno è che è anche un vero paradiso per gli studenti. Sembra infatti che i corsi universitari siano completamente gratuiti, inoltre gli alunni possono anche ricevere un sussidio finendo così per essere pagati per studiare. Ci racconta la sua esperienza Luca Milani, un neo-diplomato originario di Roma che ha iniziato a studiare ingegneria meccanica in questo paese.


Frequentavo l’ultimo anno del liceo scientifico e come ogni altro ragazzo dovevo decidere cosa avrei fatto dopo la maturità. Mi piace la matematica e la fisica, quindi avrei optato per ingegneria meccanica e mi stavo informando per iscrivermi in un ateneo romano, quando mi imbattei in un articolo che parlava di come gli studenti in Danimarca vengano pagati per studiare. Scoprii che era proprio così, i corsi universitari sono totalmente gratuiti, in lingua inglese e c’è anche la possibilità di chiedere un sussidio dallo stato. Approfondendo con diverse letture scoprii anche che il paese in questione è tra i più felici del mondo, dove un semplice commesso riceve uno stipendio non inferiore a 3000 euro lordi (36-40 ore settimanali) e dove il tasso di disoccupazione giovanile non supera il 4%. Mi convinsi subito e compilai la domanda di iscrizione al Via University College per la facoltà di ingegneria meccanica. Gli unici requisiti da presentare sono un diploma di maturità ed un certificato di inglese riconosciuto dall’ateneo. Una volta avuti entrambi, a luglio, li mandai all’università che, con mia grande sorpresa, decise di accettarmi.
Mi trasferii il mese successivo, ad agosto, poco prima che iniziassero i corsi e notai subito differenze colossali con il nostro paese, dall’architettura al clima, dal paesaggio allo stile di vita, inoltre incontrando alcuni ragazzi italiani in erasmus ho avuto modo di capire la differenza tra l’università danese e quella italiana. Nel nostro paese infatti si approfondisce molto la teoria, il rapporto con gli insegnanti è asimmetrico, mentre gli orari delle lezioni asfissianti. Qui invece si dedica molto più tempo alla pratica, si assegnano molti più esercizi in laboratorio e progetti in modo tale che gli studenti si preparino al 100% al mondo del lavoro, il rapporto con gli insegnanti è del tutto informale, quasi amichevole e le lezioni vanno dalla mattina al primo pomeriggio così i ragazzi hanno anche il tempo per rilassarsi o lavorare.

Per i miei studi ho scelto Horsens, una cittadina tranquilla e poco trafficata situata nella penisola centrale dello Jutland, purtroppo però non ci sono moltissime possibilità di svago essendo piccola. Uno dei vantaggi di vivere in una cittàdina però è il costo dell’affitto. Infatti in Danimarca generalmente il costo della vita è superiore rispetto alla media europea, soprattutto gli affitti e soprattutto in città grandi come Aarhus o Copenaghen, quindi vivere ad Horsens mi porta un costo minore dell’affitto, ma che comunque non posso sostenere contando solo sui miei risparmi, così iniziai a cercare un impiego part-time. Iniziai come lavapiatti in un ristorante italiano, poi apprendista pizzaiolo per poi essere assunto, qualche mese più tardi da un’azienda di nome Trendhim che vende accessori della Lucleon. Quasi subito compilai anche la domanda per l’SU, un sussidio dedicato agli studenti che lavorano almeno 12 ore a settimana che conta circa 800 euro lordi mensili, la quale mi è stata approvata il mese successivo.
Attualmente ho quindi entrate soddisfacenti e sufficienti a portarmi fino a fine mese risparmiando anche una parte della cifra. Sono molto entusiasta che questo paese stia dando a molti giovani la possibilità di costruire una carriera anche partendo da zero e anche molto contento che ora riesco ad intravedere un futuro, cosa che in Italia non sarebbe successa.