RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Da 2 settimane l’apparecchiatura radiologica è in tilt all’Ospedale di Subiaco, con i pazienti costretti ad essere trasportati a Tivoli per poter effettuare semplici radiografie. Anche l’attività ambulatoriale è stata sospesa, con tutti gli appuntamenti rinviati, perché pure l’apparecchiatura radiologica di riserva è fuori uso, in attesa di sostituzione da 3 anni. “Stiamo lavorando per continuare a coprire e sanare le carenze della struttura, a partire dalle assunzioni del personale sino al reperimento di nuovi macchinari in grado di rendere ancora più moderno e adeguato alle esigenze dei pazienti”, ha detto il direttore generale dell’ASL RM 5, Vitaliano De Salazar, che però fece le stesse dichiarazioni in un comunicato del 27 aprile 2016.
TERAPIA INTENSIVA Per ben 3 volte la Regione ha scritto, in atti ufficiali, d’aver assicurato a Subiaco il “mantenimento dei letti di terapia intensiva”, chiusi invece nel maggio 2015. Il presidente Zingaretti, invece di inveire contro il cronista de “Il Tempo”, che al pari della nostra associazione il 17 maggio chiedeva conto di quanto dichiarato dalla Regione al Ministero della Salute il 4/5, dovrebbe essere chiamato a fornire spiegazioni anche su altri 2 precedenti decreti, nei quali, infatti, abbiamo scoperto solo ora che sono contenute le stesse affermazioni non corrispondenti al vero. L’associazione chiederà alle autorità competenti di accertare i motivi che hanno portato la Regione a scrivere il falso nei seguenti atti:
- Allegato 1.R del “Documento Programmatico del Servizio Sanitario Regionale 2016 – 2018”, a pagina 101 è scritto che “Il PO di Subiaco si configura come Presidio Ospedaliero in zona particolarmente disagiata, status che comporta il mantenimento delle funzioni di Pronto Soccorso e dei letti di terapia intensiva” (04/05/2017);
- Identica affermazione è contenuta a Pagina 95 del Decreto del Commissario ad Acta n.U00190 del 26 Maggio 2016 – Piano Decennale in Materia di Edilizia Sanitaria;
- Indicazione ribadita, poi, a pagina 101 del Decreto del Commissario ad Acta n.U00314 del 12 ottobre 2016 (Rettifica del DCA U00190 del 26/05/2016). Approvazione del Programma Regionale di Investimenti in Edilizia Sanitaria, Terza Fase Importo complessivo pari a € 264.441.089”.
Contrariamente a quanto decretato per ben 3 volte, il dichiarato “mantenimento dei letti di terapia intensiva” non è stato assicurato. Regione ed Asl, infatti, nel maggio 2015 hanno chiuso i 4 posti letto del Reparto di Terapia Intensiva, riaperti in seguito all’ospedale di Colleferro, dove sono stati acquistati quasi tutti macchinari nuovi, con una spesa di un milione di euro. Uno smantellamento effettuato nonostante la carenza riconosciuta dalla stessa Regione (“Nella macroarea 1 del Lazio risulta il minor numero di posti letto: complessivi 86 per un milione e mezzo di residenti”). Una carenza poi ribadita dall’Asl Rm 5 (“Le due Rianimazioni riescono con difficoltà a servire gli Ospedali dove sono collocate fisicamente e certo non riescono a soddisfare le esigenze dell’intero territorio”). Ora la Regione adempia a quanto scritto sul “mantenimento dei letti di terapia intensiva” e provveda al loro ripristino immediato presso l’Ospedale.
Anche i Comuni della Valle dell’Aniene si uniscano a questa richiesta, invece di cercare di giustificare i falsi e le scurrilità di Zingaretti, come ha incredibilmente tentato di fare il gruppo consiliare del sindaco di Subiaco che, in una nota diramata dopo l’inaugurazione del 17, ha denunciato le “provocazioni fatte da alcuni presenti sia durante che al termine degli interventi. Provocazioni ormai vecchie e ancora legate a informazioni sorpassate”. Tutt’altro: le nostre informazioni non solo sono attuali, ma contenute in ben 3 atti ufficiali vigenti, che peraltro gli amministratori del comprensorio sarebbero tenuti a conoscere.
“Sorpassate” sono, al contrario, le date che proprio il Comune di Subiaco, in un comunicato dell’aprile 2016, indicò nel programma dei cantieri dell’ospedale, a partire dalla Chirurgia, inaugurata con soli 3 chirurghi in organico il 17/05/2017 (avrebbe dovuto aprire “il 20 agosto 2016”) per 10 posti letto (“prima erano previsti solo 14 posti letto per la chirurgia”, scrive la Regione: 1° bugia, fino al 2015 erano attivi 18).
Così come “sorpassate” sono le date delle “assunzioni di 2 medici per Lungodegenza; 1 chirurgo; 1 medico d’urgenza per il PS e 5 anestesisti” annunciate nel 2016. Ancora non arrivano e, dopo 14 mesi, la Regione ridimensiona l’annuncio: “2 medici di medicina generale, 1 medico anestesista e 5 oss”. 2° bugia
“Sorpassate” sono anche le date per l’“Intervento sul Pronto Soccorso e Area dell’emergenza a partire dal 1 ottobre 2016 con la realizzazione di 2 posti di sala rossa per l’attività di rianimazione”. Otto mesi dopo il cantiere ancora non parte, mentre la Regione nel suo comunicato del 18/05/2017 ha scritto che “è stato già avviato il progetto anche per la riqualificazione del Pronto Soccorso”: 3° bugia.
“Sorpassate” sono anche le date per “l’attivazione della elisuperficie entro il 31 dicembre 2015” che, 1 anno e mezzo dopo quel termine perentorio decretato dalla Regione, ancora non c’è (il Comune di Subiaco il 15/10/2015 scrisse che era in “fase concreta propedeutica alla realizzazione”): 4° bugia
La Regione ora scrive di “30 posti letto di medicina generale cui abbiamo aggiunto 10 nuovi posti del reparto di lungodegenza”: 5° bugia. Medicina, infatti, dispone di soli 20 posti letto: 32 li ha avuti fino al 2015 quando il Decreto 368 ha ridotto del 47% i posti letto per acuti, passati dagli originari 76 a 40. Ma, tra i 40 letti, quelli ordinari sono soltanto 30, quindi più che dimezzati (-55%) rispetto ai 62 di cui l’ospedale ha usufruito fino ai tagli inferti a partire dal Febbraio 2015 con la chiusura di Psichiatria (12 letti in meno), proseguiti poi con l’espianto della Terapia Intensiva (-4 posti) e la semi-amputazione di Chirurgia (-8 posti: da 18 a 10) e Medicina (-12 posti: da 32 a 20). Mentre i 10 letti di Lungodegenza non sono per malati acuti.
IL FALSO “REPARTO” REMS Nel comunicato del 18/05/2017 la Regione arriva a spacciare come un nuovo reparto ospedaliero per malati acuti addirittura quella che è, al contrario, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems): 6° bugia. “800 mila euro per la nuova Rems: 40 posti letto con un reparto completamente riqualificato. I lavori sono già iniziati per i locali di degenza, i servizi e per l’area esterna”.
I lavori per la Rems sono gli unici in corso, sottraendo però spazi proprio ai servizi ospedalieri, come la Fisioterapia (costretta a traslocare per far posto al 2° Modulo Rems: ha sospeso tutti gli appuntamenti in attesa dei nuovi locali) e la Cardiologia, con un solo medico in servizio al pari dell’ambulatorio ortopedico.
I “Programmi Operativi 2016-18” indicano che “Le sedi definitive delle REMS trovano allocazione nella ASL FR (Ceccano, 40 p.l.), ASL RM5 (Ospedale Angelucci di Subiaco – 40 p.l.) e ASL Rieti (11 p.l.)” con la seguente “Tempistica: Luglio 2017”. L’associazione chiede alla Regione i motivi di questa disparità (a Subiaco e Ceccano ben 2 moduli da 40 letti e a Rieti neanche uno intero da 20). In aperto contrasto, peraltro, con la “2° Relazione Semestrale sulle attività svolte dal Commissario del Governo per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”, Franco Corleone, contrario alla “presenza di due moduli da 20 posti: il Commissario ha fatto presente i suoi dubbi su questa soluzione, dal punto di vista edilizio e del modello terapeutico che prefigura poiché, tendenzialmente, la sua preferenza è per una scelta verso modelli di strutture di accoglienza più piccole”. La Rems di Subiaco è l’unica realizzata all’interno di un ospedale, in contrasto con la relazione del commissario (“le REMS dovranno essere architettonicamente e strutturalmente adeguate alla loro funzione e natura che è quella di una comunità e nemmeno lontanamente di un ospedale o di un carcere”). Il commissario ha anche aggiunto: “La capitale produce sicuramente un numero elevato di presenze di pazienti e stupisce notare che a Roma non sia prevista neppure una REMS”. Nel 1° decreto del 2013 erano, in realtà, previste 2 Rems a Roma, poi però sostituite nel 2° decreto (che confermò solo Subiaco), col quale si aumentarono sia le strutture (da 3 a 5, di cui 2 provvisorie) che i costi (da 17 milioni e 705 mila a 20 milioni e 831 mila). L’associazione chiede al Ministero di riesaminare il progetto della Rems di Subiaco e, conseguentemente, chiede alla Regione di bloccare la realizzazione del secondo modulo Rems per restituire gli spazi sottratti finora ai servizi sanitari per acuti. Anche perché, nel 2015, l’Ospedale di Subiaco ha effettuato 1087 ricoveri ordinari, riuscendo a coprire solo il “29,7% della domanda” espressa dai residenti nei 21 Comuni del Distretto G4. Per i quali vi sono solo “1,19 posti letto disponibili ogni mille residenti”, mentre la media complessiva dell’intera Asl Rm 5 scende ulteriormente a 0,84 posti letto ogni mille residenti, dunque pari a solo un quarto rispetto al parametro previsto dagli standard regionali, secondo i quali dovrebbero esserci 3,3 posti letto ogni mille residenti. Ed è per questo motivo che aumentano i nostri viaggi della speranza in cerca di un posto letto: la “mobilità passiva” è arrivata al 71,1% dei ricoveri effettuati dai residenti dell’Asl, in aumento rispetto al 2014 (69,6%). Mobilità che “sale al 75,8% se calcolata come tariffato”.
Associazione Antonio Lollobrigida