Politica

Castel Gandolfo, le dichiarazioni del sindaco Milvia Monachesi

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Riceviamo e pubblichiamo:

Milvia Monachesi si candida a sindaco per la seconda volta. Lo fa alla fine di un mandato di cinque anni che probabilmente è stato il più complicato di tutta la storia repubblicana di Castel Gandolfo.
Il borgo dei Castelli Romani famoso in tutto il mondo come “Vaticano numero 2”, infatti, improvvisamente nell’inverno del 2013 è divenuto sede vacante di un pontefice dimissionario, Benedetto XVI, quindi lo splendido palazzo simbolo è rimasto chiuso in attesa di un nuovo destino dalle decisioni del pontefice eletto, Francesco, che ha scelto di non trascorrere più a Castel Gandolfo le proprie estati, fino alla trasformazione definitiva del palazzo apostolico in museo.
Questo passaggio storico che ha sorvolato le teste degli abitanti e dell’Amministrazione di Castel Gandolfo, un po’ come faceva il celebre elicottero bianco che accompagnava proprio gli spostamenti del Santo Padre, è il simbolo migliore di quanto cambiamento possa aver attraversato la vita e la storia dell’ultimo lustro castellano.
Nonostante questo Milvia e la sua giovane squadra di assessori hanno resistito, riprogrammato, amministrato l’esistente e immaginato un futuro diverso. Non lo hanno fatto, però, vivacchiando arrendevolmente ma cercando a loro volta di scrivere la nuova storia della città di Castel Gandolfo. “Insieme”, come il nome che hanno scelto per la loro coalizione.

Sindaco, eppure le criticità ci sono. Vi chiamate “Insieme” ma avete subito una scissione a sinistra…
“Quello della scissione è un aspetto della politica, e non soltanto a sinistra, purtroppo sempre più comune, come dimostrano le cronache nazionali. Ma sono convinta che sia meglio dividersi piuttosto che continuare a litigare o essere costretti a scelte non condivisibili. La squadra di amministratori che guardano al futuro della nostra città è rimasta compatta e convinta delle proprie idee e dei progetti da portare a compimento per il bene della collettività nella sua interezza. Il bravo amministratore  – e ce ne sono alcuni a Castel Gandolfo che si sentono di dare lezioni – in nome del bene della propria comunità riesce a conciliare l’identità politica e il bene maggiore della collettività che per qualsiasi amministratore locale deve essere la priorità”.

Non le sembra di scadere nel qualunquismo? Non mi dica che si mette a gareggiare con i campioni dell’antipolitica…

“Assolutamente non ho nulla in comune con loro, L’antipolitica è un male alla radice. E’ un effetto negativo che si verifica là dove la politica ha commesso degli errori. Ma gli errori vanno sostituiti da buone prassi  e da persone che hanno dimostrato le loro capacità e il loro impegno e non da soggetti che sulla paura e sul qualunquismo fondano il loro consenso, creando una nuova politica ancora peggiore della precedente, perché più subdola e meno democratica di quella  che contestano. La mia squadra è composta da giovani, donne e uomini liberi e la sua identità ce l’ha, è’ chiara e non ha paura di dichiararla. Ci siamo schierati con decisione dalla parte della qualità della vita della persona, del cambiamento possibile e, anche sul territorio, abbiamo iniziato a programmare una ricucitura del tessuto sociale che ora si deve trasformare in fatti conseguenti, come abbiamo scritto nel programma”.

Vedo che è entrata lei in una delle tematiche centrali: la spaccatura fra il centro storico e le frazioni.
“La diversità tra centro e frazioni è una realtà comune a tutte le città, che non va demonizzata, ma governata con rispetto delle specificità e spirito di coesione  In questo primo quinquennio abbiamo portato a termine iniziative e lavorato su una programmazione diciamo così rivoluzionaria, specialmente di fronte ai notevoli sconvolgimenti che la storia, oltre alla crisi socioeconomica ancora in corso, ha riservato a Castel Gandolfo. Siamo l’unica cittadina che ha vissuto con trepidazione e più di qualche lacrima lo sconvolgente momento delle dimissioni di Papa Ratzinger e tutto quello che è avvenuto dopo che è noto a tutti. Fortunatamente abbiamo dato il via a una nuova idea di turismo non solo religioso che, senza tradire la nostra identità, accenda la città anche di notte. Il centro storico con la sua piazza affacciata sul lago è una Mont Martre italiana che si può naturalmente prestare alle arti con un nuovo coinvolgimento di botteghe e cantine storiche e una sempre maggiore partecipazione delle associazioni alla vita cittadina. Percorsi nuovi che accendano di più la città, aprendola a un turismo diverso come pure alle visite degli amici di Roma che nel fine settimana volessero trascorrere una serata romantica, di qualità  da tutti i punti di vista. Castel Gandolfo ha tutte queste potenzialità. Stiamo lavorando per svilupparle e creare le giuste connessioni tra tradizione e innovazione necessarie a diventare un prodotto fruibile. Penso, in questo, anche alla bella collaborazione con progetti nuovi come VisitCastelli, il portale web per il turismo curato dal Sistema Bibliotecario che così tante soddisfazioni sta offrendo in ambito addirittura internazionale. Castel Gandolfo in tutti questi progetti c’è. Il futuro darà le giuste risposte. Anche per questo ci stiamo ricandidando con tanta convinzione… E’ chiaro che le cose fatte e da fare per le varie zone del territorio sono differenti. Le frazioni hanno bisogno di spazi aggregativi, infrastrutture e servizi che saranno realizzati grazie al’imminente approvazione della Variante al PRG ed alla realizzazione della zona 167 in località Le Mole. La riconnessione tra le zone rurali a cavallo tra Nettunense e Appia e il centro storico sarà data anche dalla valorizzazione di quelle aree come laboratorio sociale, occupazionale, produttivo. Penso a quanta agricoltura di qualità possa essere sperimentata e quante possibilità di investimento ci sono. Nella nuova stagione amministrativa intendiamo sviluppare un ufficio che si occupi proprio di innovazione e bandi europei, sulla scorta di quello che stiamo già facendo per l’amministrazione digitale”.

Tasse, servizi e sicurezza sono tre talloni d’Achille di ogni amministrazione. La sua come se l’è cavata in questi ambiti?

“Abbiamo fatto il massimo possibile e sono soddisfatta dei risultati,  dimostrabili con i numeri .Basta leggere i quotidiani di questi giorni. La raccolta differenziata ha toccato quota 76,5%, risultato raggiunto grazie all’impegno comune di Amministrazione comunale, ditta e cittadinanza. Da gennaio 2018 applicheremo una tariffa puntuale che premierà i cittadini che differenziano e in questo modo pagheranno meno tasse. Ma già nel 2016 abbiamo diminuito del 6% la bolletta della TASI. Abbiamo non solo mantenuto ma potenziato i servizi, con particolare attenzione alle categorie più fragili, iniziato la messa in sicurezza delle strade,  siamo già andati in Consiglio per approvare un progetto migliorativo per la pubblica illuminazione, abbiamo garantito l’agibilità a strutture delle frazioni come la mensa di Pavona Laghetto, potenziato la  sicurezza grazie all’unificazione della nostra Polizia Locale con quella della vicina Albano. Abbiamo dato una sede adatta al gruppo di Protezione Civile e soprattutto approvato un Piano d’Emergenza comunale, aumentato la  videosorveglianza che in futuro potenzieremo ulteriormente nelle zone a maggiore densità abitativa.

Per il lago cosa intendete fare?

“Beh, anzitutto  c’è da dire che la realtà del lago e tutto quello che ad esso è connesso nel 2017 sta molto meglio che nel 2012. Lo sforzo da fare ora sarà quello di inserire questo simbolo, polmone di turismo e ricettività, ancora di più nel cuore della vita cittadina. Il lago è parte integrante, mi verrebbe da dire, connettore del progetto di ricucitura sociale, economica e culturale di Castel Gandolfo. Mi viene in mente una bella immagina che rubo dalle pagine dell’amico professore Aldo Onorati che in uno dei suoi tanti libri dedicati ai Castelli Romani parla dei due laghi di Castel Gandolfo e Nemi come due ideali occhi del nostro territorio. L’occhio dà prospettiva, guarda al futuro ma al tempo stesso è delicato e va curato con sempre maggiore cura. Noi abbiamo cominciato a farlo. Nel secondo mandato sono certa che i risultati, con l’aggiunta di ulteriore impegno, saranno ancor più soddisfacenti”.

Lei nel suo programma ha bilanciato fatti e cose da fare per le quali chiede, sostanzialmente, solo pazienza. Quale sarà la marcia però che aggiungerà al suo secondo mandato?
“Rispetto a 5 anni fa, oggi abbiamo un cantiere già aperto, con tante cose avviate. Abbiamo costruito le basi per conquistare la fiducia e la fattiva collaborazione dei cittadini, che in questo secondo mandato metteranno idee e presenza viva nell’amministrazione della nostra città. Cominceremo subito dal Bilancio partecipato che non sarà uno slogan ma il laboratorio, il punto d’incontro in cui l’Amministrazione fatta di cittadini tra i cittadini scriveranno in prima persona il futuro della città La Castel Gandolfo del 2020 ci aspetta”.