Cronaca In primo piano

Anzio, denuncia su Facebook presunti illeciti degli operatori dei servizi sociali: accusata di diffamazione

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Assistenza sociale

Denuncia su facebook presunti illeciti degli operatori dei servizi sociali,

risultato: viene accusata di diffamazione dalla pubblica amministrazione

Non si fa attendere e lascia basiti la risposta dell’assessore ai servizi sociali del comune di Anzio, Roberta Cafà, alle accuse sporte da una cittadina anziate, su Facebook, sui presunti illeciti degli operatori sociali del Comune, rei di allontanare un minore dal proprio padre per finalità truffaldine.

A difesa della categoria, l’assessore dichiara che l’operato degli assistenti sociali segue sempre disposizioni del Tribunale dei Minori.

Ma le gravi problematiche relative all’operato degli assistenti sociali che Codici continua a rilevare, sembrano mettere fortemente in dubbio tali dichiarazioni.

E’ vero che è il Tribunale dei Minori ad affidare questi incarichi e a disporre azioni di questo  tipo, ma ciò non può diventare un pretesto per giustificare il modo in cui questi incarichi vengono svolti: interventi frettolosi, perizie non fondate su basi scientifiche ma su impressioni, anche superficiali e azioni basate su segnalazioni anonime.

Le relazioni degli assistenti sociali, in cui sono raccattate istanze, illazioni e accuse senza alcuna verifica della loro fondatezza e in mancanza di un contraddittorio tra le parti, diventano la base giuridica di provvedimenti di espropriazione violenta dei figli.

La denuncia della signora, dunque, non è isolata, ma riemerge in molte e disparate segnalazioni giunte al nostro sportello.

In risposta, però, l’assessore ha sporto formale denuncia per diffamazione agli organi competenti, atteggiamento di assoluta chiusura che sembra riemergere ogniqualvolta
viene messa in discussione l’onnipotenza degli assistenti sociali.

Quello che più sconvolge è che tali denunce giungano da una pubblica amministrazione, quella di Anzio nel caso specifico, che, invece di accertare e valutare la veridicità o meno di quanto affermato da un cittadino, si affretta a prendere le parti degli assistenti sociali.
Una pubblica amministrazione che dovrebbe seriamente prestare attenzione a quanto il cittadino denuncia, indagando e cercando la verità, piuttosto che denunciare a sua volta, soltanto per tutelare gli interessi di un’intera categoria.

Codici è a completa disposizione del denunciante per chiarire fino in fondo la situazione e far emergere eventuali verità e responsabilità, al numero 06.55301808.