RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Esprimiamo preoccupazione e forti perplessità sull’accordo sottoscritto tra le parti sindacali e l’assessore regionale ad Ambiente e Rifiuti Mauro Buschini sulla situazione dei lavoratori di Lazio Ambiente S.p.A..
Un vero e proprio siluro – ben più grande del missile posto nel bel mezzo della rotatoria in prossimità dello svincolo autostradale – lanciato ai danni dei cittadini della Valle del Sacco che ancora una volta si sentono ripetere che il revamping degli inceneritori verrà effettuato; il secondo bersaglio è poi il Comune di Roma, governato dal M5S che attraverso AMA S.p.A. è proprietario di una quota di uno dei due impianti.
Innanzitutto si tratta di un accordo anomalo per essere stato sottoscritto solo con le parti sindacali in quanto esprime intenti di portata ben più ampia di quelli che dovrebbero garantire i lavoratori dall’attuale situazione di dissesto economico della società. Ciò per diversi ordini di ragioni, a cominciare dalle previste garanzie occupazionali per gli attuali lavoratori di Lazio Ambiente S.p.A. per le quali si impegna il nascituro consorzio tra i Comuni della Valle, di cui quello di Colleferro si è fatto promotore, a riassorbire eventuale personale in esubero attraverso la gestione di “parte del ciclo dei rifiuti” senza meglio specificare quale parte. E come si potrebbe specificare meglio quell’accordo quando la stesura del piano regionale dei rifiuti è ancora in itinere? Certo è che nessun comune del consorzio era presente all’accordo, nonostante il determinante impegno economico, e che il piano prevede ancora una volta il processo di incenerimento.
E allora cari Sindaci, che vi accingete a consorziarvi, siete disposti nonostante i proclami, i ricorsi, le delibere approvate in consiglio comunale, a rendervi complici delle intenzioni della Regione Lazio e della permanenza degli inceneritori nel nostro territorio?
Non possiamo ignorare inoltre le contraddizioni intrinseche contenute all’interno dell’accordo: da una parte la Regione Lazio stanzia somme ingenti per il revamping dei cosiddetti termovalorizzatori (7 milioni di euro); dall’altra si impegna a promuovere tavoli istituzionali per la definizione di un progetto per la gestione consortile ad indirizzo e controllo pubblico che consenta di raggiungere nel più breve tempo possibile gli obiettivi di legge delle percentuali di raccolta differenziata nei comuni del bacino territoriale di riferimento e la realizzazione di un sistema di separazione e conferimento delle materie prime ricavate dal processo di raccolta.
Non si chiede il sindacato se vi sia contraddizione e incompatibilità tra le due cose? Delle due ipotesi previste se ne può perseguire una: o si differenzia e si recupera o si incenerisce. Evidentemente la Regione Lazio mente. La sua reale intenzione, confermata dalla notevole entità degli investimenti, è quella di riavviare gli impianti e non di “affamarli” attraverso politiche virtuose di gestione e recupero del rifiuto.
Per la Regione l’attuale sistema di cose va mantenuto ad ogni costo, non importa se una valle intera piange i suoi morti o se la storia degli inceneritori vede i lavoratori delle varie gestioni fallimentari che si sono succedute nel tempo, subire ciclicamente periodi di crisi per poi finire eternamente ricattati dal politico di turno interessato unicamente ad ottenere voti e a reclutare nuovi schiavi.
Ed ecco allora che questi salvatori della patria all’incontrario si ergono a paladini dei deboli e leggiamo nell’accordo che la Regione Lazio “si impegna attraverso la società Lazio Ambiente S.p.A. affinché si rimuova il blocco determinato dalla mancata autorizzazione di AMA SpA sugli impegni di investimento riguardanti la linea di incenerimento di E.P. Sistemi S.p.a.“. Bollando la posizione di AMA S.p.A. come se fosse un capriccio, un’insensata impuntatura ai danni dei lavoratori.
La posizione di AMA sugli inceneritori è frutto invece del più grande e ambizioso progetto sulla gestione del rifiuto che una giunta di Roma Capitale abbia mai avuto il coraggio di concepire. Un progetto approvato dalla giunta pentastellata che, sulla scorta del programma nazionale del MoVimento 5 Stelle sui rifiuti, prevede percentuali altissime di raccolta differenziata da raggiungersi in pochi anni e l’eliminazione completa dei processi di incenerimento e di conferimento in discarica del rifiuto indifferenziato.
Un progetto che un sindacato che avesse a cuore il futuro e il benessere dei lavoratori nonché l’assessore regionale Buschini e il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, dati i loro trascorsi ambientalisti, dovrebbero abbracciare in pieno perché mette in moto un processo virtuoso, duraturo, che genera occupazione di certo superiore agli attuali sistemi di gestione e nel massimo rispetto dell’Ambiente.
E infine che dire del disgustoso contentino che la Regione Lazio si impegna a regalare alla cittadinanza della Valle del Sacco prevedendo la convocazione di un tavolo istituzionale per predisporre un piano di salvaguardia della salute pubblica “assegnando alle strutture sanitarie del territorio, nella specie sul nascente presidio ambientale di Colleferro e Anagni, un ruolo di monitoraggio, prevenzione e diagnosi precoce per le patologie prevedibilmente conseguenti alle esposizioni lavorative e non lavorative”
Patologie prevedibilmente conseguenti!!! Vergogna!!!
Come dire: sappiamo di avvelenarvi e allora scegliete tra il lavoro e la salute!
Il meetup Colleferro 5 Stelle assicura che la Valle del Sacco non cederà a questi ricatti. La Valle del Sacco risponderà con forza ad ogni tentativo di riavviare gli impianti. I sindaci non pensino agli ordini di partito e si impegnino a trovare strade diverse che tutelino i lavoratori, la salute dei loro cittadini e la dignità di una Valle che ha già pagato a caro prezzo le scelte scellerate degli affaristi della monnezza!
#noicisiamo
meetup Colleferro 5 Stelle