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Per BancAnagni è vicino il momento della verità: il 5 luglio udienza in Camera di Consiglio

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“Il tribunale civile di Roma – terza sezione Imprese – ha convocato per il giorno 5 luglio l’udienza in Camera di consiglio per la discussione del ricorso da noi presentato contro la mancata convocazione dell’assemblea da parte del Consiglio di amministrazione della Banca.

Riteniamo opportuno, dato il tempo trascorso, fare un breve riepilogo di quanto accaduto. Il presidente emerito ing. Cataldi, dopo le sue dimissioni dal Consiglio di amministrazione, si era facilmente reso conto del mutato comportamento del Presidente e della maggioranza dei consiglieri, culminato nell’assurdo ed ingiustificato licenziamento del Direttore generale Barcellona, colpevole solo di non aver supinamente assecondato decisioni inopportune assunte dal Presidente. Barcellona aveva compreso che sia il Presidente che alcuni consiglieri volevano esercitare poteri esecutivi a loro tassativamente preclusi dallo statuto. In molti soci condividemmo le sue preoccupazioni e decidemmo di utilizzare tutti gli strumenti consentiti dallo statuto e dal codice civile per porvi rimedio.

Ben 92 soci hanno sopportato il disagio di recarsi da un Notaio per far autenticare la loro firma nella sottoscrizione della richiesta di convocazione di una assemblea per discutere degli argomenti proposti dall’ordine del giorno che di seguito riportiamo.
1) richiesta all’assemblea di votazione su singole schede nominative per i soci presenti e per i soci rappresentati per delega;
2) valutazione del governo e dell’amministrazione della Società ;
3) proposta di revoca dei membri del Consiglio di amministrazione per inadempimento ai propri doveri;
4) proposta di modifica del Regolamento per l’elezione degli organi societari;
5) nomina componenti del Consiglio di amministrazione.

Le richieste di convocazione dell’assemblea sono state presentate il 6 febbraio e, secondo quanto previsto dallo statuto, il 21 febbraio il Consiglio avrebbe dovuto indire la convocazione della richiesta assemblea Ci saremmo augurati che un Consiglio, se convinto di aver bene amministrato, si sarebbe volentieri presentato ai soci per difendere il suo operato. Così non è stato; è iniziata invece una indegna campagna di intimidazioni e minacce rivolta particolarmente a soci in condizioni di difficoltà verso la banca. In questo si sono distinti due amministratori il cui comportamento è inqualificabile e non degno della carica ricoperta.
Il 21 febbraio il Consiglio, con un comportamento assurdamente inerte del Collegio sindacale, ha invece deliberato e comunicato il suo diniego adducendo motivazioni, a nostro giudizio, prive di valore, giustificate soltanto dalla speranza che, gli ulteriori problemi che avremmo dovuto affrontare ci invitassero a desistere.

Così non è stato ed abbiamo iniziato la raccolta di deleghe agli avvocati incaricati del ricorso al Tribunale.  I due consiglieri già citati si sono nuovamente distinti per una campagna di intimidazioni suscitando timori per i costi che sicuramente sarebbero stati addebitati ai soci chi avessero rilasciato le deleghe per il ricorso; pure fandonie!

Anche questi tentativi sono risultati vani ed il ricorso, come abbiamo già detto, è stato presentato al Tribunale; se sarà accolto, il Tribunale emetterà un decreto per la convocazione dell’assemblea, nominandone il Presidente. Arrivati a questo punto ci auguriamo che i consiglieri riescano a recuperare quella dignità che la loro carica avrebbe sempre richiesto accettando serenamente le decisioni del Tribunale. Se l’assemblea sarà convocata, accettino il giudizio dei soci perché questi ultimi sono i proprietari della banca e non chi la amministra. Noi, per nostra parte, se il Tribunale non accoglierà il nostro ricorso, ci ritrarremo scusandoci con i soci ai quali abbiamo recato fastidio. Se invece l’Assemblea convocata si svolgerà ma non condividerà i nostri pareri, sia pur con rammarico, lasceremo la Banca ai suoi destini”.