RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
LA REGIONE CI DA’ RAGIONE MA, INVECE DI APPLICARE I 3 DECRETI, LI CANCELLA (E I SINDACI TACCIONO)
Egregi sindaci, assessori e consiglieri comunali della Valle dell’Aniene,
Vi scriviamo per informarvi che questa Associazione ha presentato una formale querela alla Procura della Repubblica per denunciare un “mantenimento dei letti di terapia intensiva” mai mantenuto dalla Regione, a dispetto di quanto affermato per ben 3 volte (Pagina 95 Decreto n.U00190 del 26/05/2016 – Pagina 101 Decreto n.U00314 del 12/10/2016 e Pagina 101 Allegato 1.R del 4/05/2017). Atti inapplicati dalla Regione, che invece chiuse il Reparto di Terapia Intensiva nel Maggio 2015.
Il 17 maggio scorso l’Associazione aveva segnalato il caso insieme al cronista del quotidiano “Il Tempo”, contro cui il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha poi inveito nel silenzio assordante dei sindaci presenti all’inaugurazione del rinnovato reparto di Chirurgia (con soli 3 chirurghi in organico e carente anche di infermieri).
Ma la questione era talmente fondata che il presidente Zingaretti si è poi dovuto affrettare a convocarci in Regione il 31 maggio, cercando di minimizzare a semplice “refuso” quella che è, al contrario, l’inadempienza del dettato di 3 successivi decreti, emanati e mai corretti a distanza di oltre un anno. Il caso è poi approdato in Senato e in Consiglio Regionale, con ben 3 interrogazioni, mentre i Consigli comunali della Valle dell’Aniene hanno continuato a tacere…
Il 13 Giugno, rispondendo in Consiglio Regionale ad una delle interrogazioni, l’assessore Michele Civita ha affermato che “Per ciò che concerne la dicitura “letti di terapia intensiva”, si tratta di un evidente refuso, che sta per essere rimosso con un decreto di errata corrige”.
Nel Decreto (n. U00222), pubblicato sul Bur del 29/06/2017, la Regione ha scritto che è “da intendersi che nel PO di Subiaco si ha il “mantenimento delle funzioni di Pronto Soccorso” rilevandosi una errata corrige nel riportare la presenza di letti di terapia intensiva che, ai sensi del DM 70/2015 e del DCA U00412 del 26/11/2014 non sono previsti per il Presidio di Subiaco in quanto Presidio di zona particolarmente disagiata”.
La Regione, dunque, ci dà ragione, a differenza del gruppo consiliare del sindaco di Subiaco, che aveva scritto di “provocazioni ormai vecchie e ancora legate a informazioni ormai sorpassate”. Talmente “sorpassate” che la Regione ha dovuto fare un nuovo decreto per cancellarle: “Insieme per Subiaco” ora porga le dovute scuse sia all’Associazione che al resto della cittadinanza.
Però ora la Regione, invece d’applicare finalmente i 3 decreti (come aveva chiesto l’Associazione: ossia dar seguito, sia pur in ritardo di 2 anni, a quel “mantenimento dei letti di Terapia intensiva”), ha preferito cancellarli con il colpo di spugna del decreto dell’errata corrige, contro cui l’Associazione ha oggi deliberato la presentazione di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Perché questo Decreto della Regione equivale ad una sorta di menefreghista scrollata di spalle rivolta a tutti i Comuni della Valle dell’Aniene, che però tacciono.
I sindaci, infatti, non hanno neanche provato ad esigere l’applicazione di quella frase di senso compiuto riportata in ben 3 decreti ufficiali. Nei quali, indicando che “Il PO di Subiaco si configura come Presidio Ospedaliero in zona particolarmente disagiata”, la Regione aveva affermato come fosse proprio l’attribuzione di questo “status che comporta il mantenimento delle funzioni di Pronto Soccorso e dei letti di terapia intensiva”, come richiesto da diversi anni.
I Comuni, che ora sono silenti, sono gli stessi che nel 2012 così deliberarono: “I Sindaci della Valle dell’Aniene chiedono alla Regione e al Direttore Generale della ASL RM/G di rivedere questa decisione e di mantenere il reparto di rianimazione. La soluzione che propongono è quella di trovare le risorse nel quadro complessivo del costo generale, secondo le previsioni dell’atto aziendale e del relativo piano di rientro, o dando la disponibilità a reperire le economie necessarie senza gravare né sulla Regione, né sull’azienda sanitaria”.
Invece, 5 anni dopo, nonostante la nostra denuncia contro il falso “mantenimento dei letti di terapia intensiva”, affermato dalla Regione in 3 decreti rimasti inapplicati, restano in silenzio (così come sull’elisuperficie, la cui attivazione, secondo il Decreto 368, era prevista “entro il 31/12/2015”).
Il 27/04/2016 Regione, Asl e Comune di Subiaco annunciarono “il rinnovo del Pronto Soccorso e dell’Area dell’Emergenza, con la realizzazione di 2 posti di sala rossa per l’attività di rianimazione”. Un modo implicito col quale si è finito per ammettere ciò che è stato negato dai tagli inferti con il Decreto 368 del 2014, ossia l’esigenza di quella “attività di rianimazione”, lasciata finora scoperta nell’attuale configurazione dell’Ospedale (anche se non sarà mai come l’apposito reparto di Terapia Intensiva-Rianimazione, trasferito insensatamente a Colleferro). Ma il cantiere, che doveva “partire dal 1 ottobre 2016”, 9 mesi dopo ancora non arriva (come i “5 anestesisti per rafforzare l’attività chirurgica e l’emergenza urgenza”, annunciati il 27/04/2016).
Egregi sindaci, assessori e consiglieri comunali della Valle dell’Aniene, non abdicate al vostro dovere istituzionale e unitevi alla nostra denuncia in difesa di strutture salva-vita come la Terapia Intensiva e l’Elisuperficie, varando formali deliberazioni che pretendano l’intervento delle competenti autorità. E chiedendo anche l’assegnazione all’ospedale di Subiaco della stessa dotazione concessa dalla Regione a quello di Bracciano col Decreto U00197: 57 posti letto di cui 25 ordinari di area chirurgica, 2 di terapia intensiva post-chirurgica, 4 posti tecnici di Osservazione Breve Intensiva, con la conseguente riacquisizione della classificazione di “ospedale sede di Pronto Soccorso”.