Spiderman Homecoming dopo una forte promozione da parte di Marvel sbarca finalmente nei cinema italiani il 7 luglio. Leggiamo la recensione del film per vedere se l’attesa sarà valsa la pena.
Senza contare l’era primordiale dei cinecomic, passiamo direttamente a ricordare i film dedicati all’Uomo Ragno risalenti agli anni 2000. La trilogia di Sam Raimi fu una delle prime saghe a spezzare il filone dei film tratti dai fumetti a essere scialbi e fuori luogo. Sebbene gli effetti speciali peccavano e la regia, seppur spettacolare, di Raimi non si adattasse al genere, le tre pellicole segnarono un ritorno in grande stile per l’amichevole ragno di quartiere. Dopo qualche anno, c’è stata la sciagurata scelta di portare al cinema la versione Ultimate: una sorta di reboot della saga. L’uomo ragno è qui più giovane ma diciamoci chiaramente il motivo: accaparrarsi le nuove generazioni. La serie Ultimate non è stata certo la migliore dei comics (magari prendere spunto dai tempi di Todd McFarlane e John Romita Senior e Junior sarebbe stato assai meglio) e la scelta di portarla sul grande schermo ha confermato la decisione scadente. Il primo film fu assolutamente inguardabile, mentre il secondo riuscì a malapena a raggiungere la sufficienza. Adesso, la Marvel prova (giustamente) a riproporre il personaggio, anche per farlo entrare nello splendido mondo degli Avengers. Stavolta, sarà riuscita nell’impresa?
Spiderman Homecoming – la trama (no spoiler)
Nonostante la giovane età, Peter Park pensa di essere già un supereroe pronto per aiutare gli Avengers. Il suo mentore, lo scapestrato ma tuttavia saggio Tony Stark (Iron Man) non la pensa allo stesso modo. Intanto, un avvoltoio appare in città. Quale miglior modo per l’uomo ragno di dimostrare il suo valore?
Spiderman Homecoming – la recensione
Nonostante alcune perplessità legate alla scelta di Tom Holland (il fatto che fosse così giovane ha subito fatto pensare che si tentasse ancora di rinverdire la già ritrita storia degli inizi dell’uomo ragno), alla fine la decisione si è mostrata vincente. Almeno per l’inizio di una nuova saga sul tessiragnatele. Permane sempre la parte che strizza l’occhio ai teenagers e che all’inizio risulta essere abbastanza sconclusionata e di difficile appeal, ma con il procedere della pellicola si capisce che la Marvel ha imparato la lezione del malriuscito reboot. L’ironia che da sempre contraddistingue il personaggio, così come il senso di inadeguatezza quando sveste i panni del supereroe permeano l’atmosfera. La buona riuscita di Deadpool sembra avere influenzato anche alcune pose del protagonista in calzamaglia. Inoltre, la presenza di Robert Downey Junior garantisce comunque quella presenza scenica che ti tiene incollato allo schermo solo per le sue movenze e battute. Non è da meno anche il cattivo Michael Keaton. Sebbene l’Avvoltoio non sia certo uno dei villain più apprezzati della saga, era uno dei pochi non ancora esplorati al cinema. La sua psicologia si sarebbe potuta approfondire maggiormente, così come le motivazioni che lo portano a essere un cattivo. Sta di fatto che alla fine Spiderman Homecoming riesce a stupire ed emozionare e la storia regge all’impatto. Insomma, la nostra recensione non può che premiare (ma con riserva per il futuro) il film. La speranza è che nelle future pellicole il personaggio cresca e si strizzi maggiormente l’occhio ai vecchi fan.
Di seguito, il trailer italiano del film che, ricordiamo, sarà nei migliori cinema a partire dal 7 luglio.