E’ Alessandro Paesano il secondo squillo di mercato per la stagione 2017/2018 della Pallacanestro Palestrina. La società della presidenza Cilia riparte con un acquisto nel settore dei lunghi, Paesano è infatti un pivot di oltre due metri, classe 1993 ma con già abbastanza esperienza in questa categoria e non solo avendo calcato i parquet di A2 giovanissimo a Ferentino e Chieti. E’ un prodotto del florido vivaio della Stella Azzurra Roma, sinonimo di qualità, e Alessandro rappresenta un altro bel punto di partenza per la prossima stagione arancio verde. Possente ma anche atletico, ha attirato le attenzioni in B di Oleggio chiudendo a 12.5 e 8 rimbalzi di media e nella scorsa estate della Poderosa Montegranaro, società con la quale un mese fa ha festeggiato la promozione alla serie superiore in quel di Montecatini. Il romano è chiamato ad aggiungere sostanza e tanti rimbalzi nelle due fasi del gioco prenestino, in un settore che ha già visto il forzato addio di capitan Gagliardo. Non sarà il primo impatto con l’ambiente di Palestrina essendo stato validissimo avversario ai tempi delle giovanili con la maglia degli stellini di D’Arcangeli, per lui anche convocazioni in maglia azzurra e un corso di perfezionamento negli States a riprova di un ragazzo che ha da sempre lavorato sodo in campo e fuori per la sua crescita.
Alessandro, a un mese dalla promozione a Montegranaro abbracci una nuova motivante esperienza: ti senti in un momento cruciale della carriera e nella quale metterti alla prova?
“Dalle prime impressioni avute parlando durante la trattativa era chiaro che le ambizioni della mia nuova squadra restassero alte e per me che avevo ancora fame di vittorie è stata una forte motivazione. Dal punto di vista tecnico sto migliorando molto nel tiro e nel palleggio per diventare un “4” e ci sto lavorando duro ancora, anche se nasco come “5” sono comunque un giocatore abbastanza dinamico e che può avere una dimensione più perimetrale.”
Calarsi in una realtà come Palestrina dovrebbe essere più semplice per te che l’hai assaporata da avversario a due passi da casa.
“Palestrina era e resta un campo caldo in cui non è mai stato facile giocare, alla prospettiva di accettare l’offerta di Palestrina si è aggiunta anche questa valutazione con la certezza di avere un contorno incoraggiante e poi, proprio essendo cresciuto a Roma, per me è anche l’occasione per avvicinarmi a casa.”
Hai indossato la numero 8, un modo per ricordare l’amico Mario, è stato un evento che ti ha segnato molto anche in chiave cestistica?
“Si ovviamente, in passato ho indossato la nr.18 che resta il mio numero quando non è stato possibile prendere la nr.8 che lui portava. Per questo motivo ora ho scelto di portare sulle spalle questo numero perché è un modo per ricordarlo e sentire una spinta particolare nei momenti che più contano.”