“Il monitoraggio delle acque tramite il campionamento delle acque ad uso potabile e dei pozzi di emungimento ad uso irriguo e domestico presenti nelle aree perimetrate della Valle del Sacco, è un’azione molto importante per valutare lo stato d’inquinamento delle falde, ma non è sufficiente. Se davvero vogliamo capire com’è la situazione ambientale nel nostro territorio, bisogna fare ciò che si chiede da tantissimo tempo, ma che ancora una volta si evita di affrontare e cioè una mappatura seria e dettagliata di tutti gli scarichi che vanno a finire nel fiume Sacco, in particolare individuare quelli abusivi che secondo quanto dichiarato più volte da varie associazioni ambientaliste, sarebbero circa ottanta e per la maggior parte tutti industriali.” –
Lo dichiara il Deputato 5 Stelle Frusone che continua – “Sappiamo tutti che la problematica non si può risolvere se non si denuncia lo schifo che viene perpetrato da anni, di cui tutti parlano ma di cui nessuna istituzione sembra voglia occuparsene con serietà. Gli interventi di bonifica devono essere pianificati su dati chiari, precisi, bisogna smetterla di fare le cose a metà o con superficialità. È proprio per questo modus operandi che ora ci troviamo in una situazione ambientale disastrosa. Il lavoro di monitoraggio e conseguentemente di bonifica, non può prescindere da una mappatura degli scarichi abusivi presenti, e sono sicuro che per la Regione, il Ministero dell’Ambiente, le Province e i comuni interessati, non sia impossibile affrontare in maniera specifica e mirata questo problema. – e conclude – “Dal mio canto, per quanto di mia competenza, cercherò di portare all’attenzione del Ministro Galletti la questione, per chiedere che il lavoro venga svolto tenendo conto di tutti gli aspetti che ad oggi rendono la nostra valle e il fiume Sacco, tra i più inquinati d’Europa.”