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Rocca Cencia, il Comitato di Quartiere sulla chiusura del tritovagliatore: “Allibiti da mancanza di risposte, lotteremo contro ogni tipo di trattamento rifiuti”

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Roma. Flash mob davanti al TMB di Rocca Cencia contro i miasmi

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“IL DIRETTIVO DEL QRE e’ rimasto allibito dalla mancanza assoluta di risposte concrete dei responsabili dell’ambiente del Municipio Vi e di Roma Capitale, sulla chiusura immediata del tritromostro a ROCCA CENCIA – GABII, condita da una falsa propaganda di scarico di responsabilità. Atti alla mano abbiamo dimostrato che la responsabilità del nuovo impianto, è tutta nelle mani di chi ha rilasciato il parere favorevole in conferenza di servizi: Roma Capitale, Città Metropolitana, Asl Rm 2, Arpa.

I cittadini hanno fatto sentire altissima la protesta verso tutte le istituzioni che non li difendono ne’ li rappresentano. Tutti devono sapere che i cittadini hanno lottato, lottano e lotteranno contro ogni tipo di trattamento di rifiuti che le amministrazioni o le imprese private hanno proposto, propongono o proporranno su questo martoriato quadrante di ROMAEST, distrutto da 50 anni di politiche criminali.

Cosa è accaduto?

E’ accaduto che si è svolta una CONFERENZA DI SERVIZI INIZIATA DA COLARI (MALAGROTTA) a cui poi è subentrato Porcarelli svoltasi nelle sedute del: 12/05/2016, 12/01/2017, 25/05/2017, e, infine, 6/06/2017 per l’ Autorizzazione Integrata Ambientale, che riguardava l’installazione in via di Rocca Cencia, 273, di nuova attività riferita allo smaltimento di rifiuti (categoria di attività: 5.3., b) proposta da: Porcarelli Gino e Co. S.r.l. (già CO.LA.RI.)

A questa conferenza hanno partecipato con diritto di espressione di parere la Città Metropolitana di Roma Capitale (sindaco Virginia Raggi) con le Direzioni Competenti; Roma Capitale (sindaco Virginia Raggi), con le Direzioni Competenti; L’ ASL Roma 2 e ARPA Lazio.

Perché smentiamo quanto ci dicono?

Noi riteniamo che è falso affermare o dichiarare che la nuova autorizzazione non è altro che la prosecuzione del vecchio impianto perché, come specifica la det. Dirig. N. G09021 del 27/06/2017 di PRESA D’ATTO DEL PARERE FAVOREVOLE della conferenza di servizi, E’ UN NUOVO IMPIANTO che comprende COMPLESSIVAMENTE LE VECCHIE ATTIVITÀ ESISTENTI, CON IN PIÙ L’UTILIZZAZIONE DI UN TRITOVAGLIATORE non ancora attivato, mancando l’autorizzazione ora arrivata. SE PRIMA HA FUNZIONATO SENZA AUTORIZZAZIONE E’ UN’ALTRA NOTIZIA DI REATO PER LA MAGISTRATURA.

Precedentemente si effettuava solo il trattamento del secco con produzione di combustibili da rifiuti CDR a questo si è aggiunto il tritovagliatore (“TRITOMOSTRO GABINO”), per la separazione dell’indifferenziato per migliaia di tonnellate, con aumento di traffico di mezzi pesanti e di inquinanti vari, odori nauseabondi giorno e notte, micropolveri, emessi anche dal processo di trattamento dei rifiuti, aumentando rischi e inquinamento in un territorio tra i più sofferenti di Roma ambientalmente e socialmente, con 100.000 ABITANTI NEL RAGGIO DI 3 KM.

Quali vincoli ci sono?

Il PRG vigente, ha le tavole GESTIONALI che riportano per la zona elementi di allarme assoluto quali: la “Carta della Pericolosità e Vulnerabilità G9.5” che per la zona di ROCCA CENCIA riporta IL VINCOLO : “Area CRITICA, Zona di Protezione, pozzo di captazione”, inoltre Tavola di PP nucleo 86, che per la zona riporta il vincolo “ Area territoriale di tutela delle acque pubbliche sotterranee”, e anche la “Tavola di delimitazione delle Aree di Salvaguardia” delle falde acquifere… ci si chiede: CHE ACQUA STANNO FACENDO BERE A NOI ROMANI? POI LA SCELTA DI PORRE UN DISTRETTO DEI RIFIUTI A CONFINE DEL PARCO ARCHEOLOGICO PIU’ IMPORTANTE D’TALIA (GABII – OSA), DIMOSTRA LA SENSIBILITA’ E LA FORMAZIONE CULTURALE DI CHI CI RAPPRESENTA.

L’AIA (AUTORIZZAZIONE INTEGRALE AMBIENTALE)

Si doveva rilasciare un’AIA unica per i vari impianti (infatti sono diversi, compreso quello confinante anche se ricade nel comune di Montecompatri). Praticamente sono aree contigue e lavorazioni similari. In questo caso si dovrebbe ragionare sulla sommatoria degli inquinanti emessi dai vari impianti e non sui valori delle emissioni dei singoli opifici che in questo modo, erroneamente, vengono considerati nel range ammissibile dei valori previsti per legge. Oltretutto, non si è tenuto conto dei dati rilevati dal Dipartimento Epidemiologico del Servizio Sanitario della Regione Lazio che vede il VI Municipio al primo posto per morti di CANCRO. Qualcuno ha parlato di omicidio plurimo, basta frequentare i centri di chemioterapia della zona o i CIMITERI per capirlo… Non chiudere tutti gli impianti presenti a Rocca Cencia non è solo la sconfitta di una comunità che chiede di abbandonare un modello fallimentare di gestione dei rifiuti, ma LA SCONFITTA DELLA LEGGE considerato come vincoli, SALUTE e impedimenti vari siano stati, con superficialità , accantonati sull’altare DI CONSIDERAZIONI SOLO ECONOMICHE.

COSA FARE

Chiediamo al Municipio e al Comune di invocare il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE. Il principio di precauzione o precauzionale, è una norma in materia di sicurezza dell’ambiente e della salute pubblica, permette di reagire rapidamente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale e per la protezione dell’ambiente, a tutela del territorio e dei cittadini e può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi . il Municipio, in virtù di tale principio, chieda a Roma Capitale di attivare tutte le procedure tecnico-amministrative perché NON si avvii il TRITOMOSTRO bloccando la successiva autorizzazione e inizi finalmente la riqualificazione e la conversione dell’area in un centro accademico internazionale di ricerca per il restauro e l’archeologia.

RIASSUMENDO, LE ALTERNATIVE SONO DUE:

  • 1. CHIUDERE L’ECOMOSTRO E IL TRITOMOSTRO
  • 2. DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL MUNICIPIO (ieri assente) secondo le promesse elettorali , dando un segnale di coscienza politica e personale ancora viva.

QUALORA NON SI AVVERI QUANTO SOPRA, IL NOSTRO PRIMO INTENDIMENTO, E’ QUELLO DI CONTINUARE A COLLABORARE CON LA MAGISTRATURA PER EVITARE CHE LA TERRA DEI FUOCHI ROMANA, DIVENTI UN ALTRO BUCO NERO DELLA LEGALITA’ ITALIANA”

Direttivo del QRE Quartieri Riuniti in Evoluzione