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Valle del Sacco, Colleferro, Roma. Manifestazione del 28 luglio 2017 davanti la Regione Lazio: le richieste delle associazioni e dei comitati

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Manifestazione del 28 luglio 2017 davanti la Regione Lazio: le richieste di Zero Waste

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO E PIATTAFORMA PER LA MANIFESTAZIONE

DEL 28 LUGLIO 2017 DAVANTI LA SEDE DELLA GIUNTA REGIONALE LAZIO

La presente piattaforma prende atto della mobilitazione nel bacino della Valle del Sacco contro l’annunciato investimento di circa 10 milioni di euro suddivisi tra Lazio Ambiente spa – Regione Lazio (proprietaria dell’inceneritore ex Mobil Service e del 60% di quello di EP Sistemi) ed Ama spa – Roma Capitale (proprietaria del 40% dell’inceneritore di EP Sistemi).

Una operazione inaccettabile dal punto di vista ambientale ed antieconomica sotto il profilo industriale ed economico–finanziario per diversi ordini di ragioni: gli impianti sono ormai obsoleti e l’investimento verrebbe effettuato su una tecnologia destinata al perimento, al punto che i periodi di fermo hanno di gran lunga superato quelli di attività. L’intervento annunciato è evidentemente una sorta di manutenzione straordinaria in funzione di una ipotetica cessione a privati dei due impianti, che continuerebbero a produrre emissioni inquinanti incompatibili con un attuale elevatissimo impatto sanitario su un bacino compromesso da diverse attività industriali e da un altrettanto forte impatto ambientale (cementifici-discariche-turbogas-centrali biogas).

Essendo tali inceneritori a servizio in larga parte dello smaltimento del CDR prodotto negli impianti TMB di AMA spa a Rocca Cencia e via Salaria, oltre che di quello prodotto negli impianti TMB di Co.La.Ri. a Malagrotta, la richiesta unanime della collettività per la chiusura definitiva dei due inceneritori pone la questione del radicale ripensamento del ciclo di trattamento dei rifiuti di Roma Capitale anche alla luce degli indirizzi già approvati dall’aula capitolina con la Deliberazione AC n. 129/2014 “Roma verso rifiuti zero”.

Lo scopo delle manifestazioni dell’8 e del 28 luglio è di ottenere il radicale ripensamento dell’impianto del Piano di Gestione Rifiuti della Regione Lazio, atto di programmazione da cui scaturiscono le autorizzazioni impiantistiche per la filiera di trattamento dei “rifiuti indifferenziati” composta dal processo TMB – inceneritori – discariche che deve essere portata in azzeramento progressivo per favorire lo sviluppo di un sistema di trattamento dei “rifiuti differenziati” che invece debbono essere messi al centro degli investimenti pubblici per l’avvio di una vera economia circolare.

Le richieste che avanziamo fanno parte quindi di una strategia complessiva alternativa a quella attuale e prendono atto che è possibile e, anzi, doveroso uscire dalla programmazione regionale soltanto della raccolta e dello smaltimento dei “rifiuti indifferenziati”, fasi che comportano costi economici e sanitari elevati a carico della comunità. Deve invece essere implementata una nuova attività industriale pubblica sostenibile, che produca reddito ed occupazione locale, con la realizzazione e gestione di impianti di riciclo e recupero di materia da “rifiuti differenziati” (dalla selezione del multi-materiale e recupero della frazione secca residua sino al recupero della frazione organica) di cui c’è un enorme necessità e deficit impiantistico in tutto il Lazio.

In sintesi i punti qualificanti sono i seguenti:

  • Incontro di una nostra delegazione, nel corso della manifestazione, con il Presidente Zingaretti e l’Assessore Buschini
  • Fermare il progetto di “revamping” e avviare la chiusura dei due inceneritori di Colleferro, bloccare o impugnare l’AIA integrando le osservazioni già depositate nel procedimento, insistendo per il rigetto dell’AIA di Lazio Ambiente ed EP Sistemi e predisporci per il ricorso al TAR dell’autorizzazione se verrà rilasciata (raccolta fondi, definizione dell’azione, ecc.).;
  • Apertura di un Tavolo sulla questione rifiuti valle del Sacco con la partecipazione istituzionalizzata delle associazioni e dei comitati di cittadini promotori delle attività di mobilitazione;
  • Finanziare con stanziamenti regionali le attività di demolizione degli inceneritori e la bonifica del sito di Colle Sughero;
  • Finanziare con ulteriori stanziamenti regionali i progetti di riconversione industriale impiantistica dedicati al “recupero di materia” ed i progetti di avanzamento dalla raccolta stradale con cassonetti alla raccolta domiciliare “porta a porta” in tutti i Comuni del Lazio;
  • Finanziare un vasto programma regionale di investimenti per incrementare la Raccolta Differenziata in tutti i Comuni laziali. Solo una elevata percentuale di RD, intorno al 70°%, rende antieconomico il ricorso a inceneritori, discariche e TMB.
  • Contrarietà alla proposta di istituire l’A.T.O. unico regionale che consentirebbe ai rifiuti indifferenziati di circolare all’esterno del territorio degli A.T.O. locali e di essere trattati negli impianti di tutto il territorio. Il fabbisogno verrebbe calcolato a livello regionale e non dei singoli A.T.O. locali
  • Approvare una nuova zonizzazione nel P.G.R. regionale in materia di Ambiti Territoriali Ottimali, che prenda atto della necessità di attuare concretamente il principio normativo di “autosufficienza territoriale”, con la previsione di un unico A.T.O. per Roma Capitale (suddiviso in 15 Sub-A.T.O. Municipali di circa 200mila abitanti) e di Ambiti o Bacini omogenei inter/intra-provinciali di circa 250mila abitanti per la gestione autonoma delle fasi di raccolta-riciclaggio-recupero;
  • Avviare la riconversione a “recupero di materia” degli impianti TMB esistenti a servizio dei “rifiuti indifferenziati” cessando la produzione CDR, con l’implementazione in coda di semplici sistemi di

separazione balistica-magnetica-ottica, per il recupero delle frazioni di plastica eterogenea e delle frazioni cellulosiche ancora recuperabili da avviare a riciclo industriale;

  • Delocalizzare da via Rocca Cencia e da via Salaria gli impianti TMB di AMA spa per i rifiuti indifferenziati provvedendo alla loro riconversione “a recupero di materia”, impianti di cui si prevede siano ancora in servizio per alcuni anni prima della loro chiusura, in aree extraurbane dentro i confini di Roma Capitale ma lontane dai centri abitati.

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