I benefici di avere parchi pubblici a disposizione.
Le gite fuori porta, i weekend al mare e le vacanze ormai alle porte; se è vero che l’estate è ricca di cose da poter fare ed offre alternative su come far passare le giornate ai bambini, allo stesso modo è vero che molte sono le settimane che gli stessi passano in città, tra la routine quotidiana dei genitori e degli impegni familiari.
Una persona adulta ha maggiori capacità di adattamento a situazioni potenzialmente fastidiose, quali il caldo, la stanchezza ed anche la noia. Ma un bambino… no. Un bambino esposto costantemente a questo tipo di eventi diventa irrequieto e si innervosisce. Ha bisogno di aria…
Attualmente i bambini trascorrono sempre più tempo in luoghi chiusi o impegnati in attività extrascolastiche invece di giocare in modo libero tra parchi pubblici, giardinetti e cortili.
Giocare all’aperto risponde ad un bisogno fisico e psicologico del bambino: gli spazi aperti sono così importanti per la socializzazione, per esercitare i muscoli e i riflessi, per sviluppare l’intelligenza, per esplorare e conoscere il territorio. Giocare all’aria aperta, in modo spontaneo (correre, saltare ed esplorare l’ambiente circostante), è fondamentale per lo sviluppo ottimale del bambino.
Il parco pubblico è un banco di prova anche per l’adulto, che può essere vigile ma non ‘invadente’ lasciando al piccolo l’opportunità di esprimere le sue inclinazioni.
Stare fuori casa affina i 5 sensi e stimola il cervello: lo spazio verde, pur se cittadino, offre al bimbo la possibilità di entrare in contatto con gli elementi naturali. La dimensione libera del gioco, in cui il bimbo si misura con sfide che si pone autonomamente, favorisce anche lo sviluppo delle sue abilità di problem-solving (individuare e risolvere problemi). Tutto ciò permette anche al bimbo di avere, poi, prestazioni migliori nel contesto scolastico, aumentando la sua sicurezza e la fiducia in se stesso.
Gli spazi aperti promuovono la creatività: fuori, tra parchi pubblici, giardini e cortili, tutti i bambini sono molto più inclini a inventare nuovi giochi. Il bordo di cemento di una aiuola si trasforma in un ponte da oltrepassare, un angolo sotto lo scivolo diventa un elegante ristorante e un campetto offre la possibilità di organizzare un’eccitante partita a calcio.
Il gioco libero tra bambini favorisce la socializzazione e insegna a risolvere i conflitti: al parco pubblico ad ogni genitore è capitato di assistere alla nascita di ‘amicizie’ e giochi improvvisati e gioiosi tra bimbi che non si conoscono.
Tra i due anni e mezzo-3, infatti, avviene il graduale passaggio dal gioco parallelo, in cui ogni bimbo gioca da solo accanto agli altri, a quello cooperativo (tutti insieme). Questa, in Psicologia, è una tipica e naturale tappa del processo di socializzazione che riguarda ogni bimbo.
In uno spazio aperto, nel gruppo, ogni piccolo impara a condividere, negoziare i conflitti (in modo graduale, scompare il classico ‘è miooo!’) e relazionarsi agli altri affinché il gioco possa continuare.
Il movimento all’esterno riduce il rischio di stress: la libertà di muoversi diminuisce i problemi legati alle difficoltà di concentrazione, irrequietezza e ansia da prestazione di cui soffrono alcuni bambini.
Correre e saltare fa bene alla salute e tiene lontana l’obesità infantile: le attività fisiche all’esterno, rappresentano un ottimo esercizio aerobico in grado di rafforzare anche il sistema immunitario.
Certo, nelle città, non è così semplice favorire il contatto con la natura, e questa analisi è stata effettuata puramente con riferimento alla Psicologia; ma là dove i parchi pubblici a disposizione siano già presenti e numerosi, la considerazione di questi aspetti potrebbe indurre ad attivarsi per una maggiore cura ed attenzione degli stessi, proprio per i benefici di notevole utilità che ne deriverebbero per la comunità.