Duemilacinquecento chilometri tutti d’un fiato, per raccontare e raccontarsi. Quasi come un Giro d’Italia, con l’eccezione che – stavolta – in sella alla sua amata bici non ci sarà uno dei tanti professionisti che caratterizzano la corsa a tappe più famosa dello stivale, bensì un vero e proprio “cultore” che ha fatto delle due ruote una ragione di vita, oltre che uno straordinario volano promozionale al fine di incentivare l’uso di un mezzo sano, ecologico e che può riconciliare l’uomo con l’ambiente.
Così, per omaggiare i 200 anni della nascita di uno dei veicoli più usati da intere generazioni, la “visione” di Francesco Recchia si è tramutata in realtà: un viaggio da Roma fino a Rotterdam, in Olanda, con un percorso studiato nei minimi dettagli e che andrà a toccare luoghi simbolici e di grande impatto emotivo, oltre a numerosi siti culturali patrocinati dall’Unesco.
La speciale ricorrenza si è trasformata nell’occasione ideale per dare vita ad un progetto ambizioso e dal profondo valore civico: raccontare l’Italia dalla posizione privilegiata di un sellino, cercando di comprendere e spiegare le “ragioni del ciclista”, in una sorta di agenda di viaggio che avrà anche il delicato compito di stimolare le coscienze ad intraprendere l’esperienza delle due ruote. Un viaggio che Francesco compirà in solitaria (anche se alle sue spalle ci sarà un camper a seguirlo), ma che, paradossalmente, avrà il compito di includere e coinvolgere, verbi mai così tanto cari al protagonista che intende – da par suo – fornire l’incipit per un progetto a lungo raggio riguardante la costruzione (e la relativa fruibilità) di piste ciclabili lungo la penisola, a cominciare proprio dalla natia Colleferro.
“Ho presentato il progetto il 30 luglio in Piazza Italia – spiega il protagonista dell’avventura – cercando di incuriosire e stimolare il maggior numero di persone possibili. Credo molto in questa avventura e non nascondo che, alle spalle, c’è stato un lungo lavoro di organizzazione. Ho cercato di curare tutti i dettagli possibili per far sì che questa impresa possa costituire una traccia sulla quale lavorare in futuro, ponendomi obiettivi sempre più ambiziosi”. Il progetto, intitolato “Veni, Vidi, Bici – Bicycle 200”, punta infatti a sensibilizzare i cittadini riguardo l’uso delle due ruote, sia per scopi turistici che nella vita di tutti i giorni. Un po’ come accade nel nord Europa, dove Francesco ha vissuto per anni e dove l’utilizzo della bicicletta viene vissuto in maniera del tutto naturale.
“Le persone si devono identificare nell’utilizzo del mezzo – continua Francesco -, per questo vogliamo che la nostra sia un’avventura “inclusiva”, non l’impresa di un solitario. Porto avanti questo progetto con una associazione culturale di Artena “Terre Rare”, che mi seguirà con la pagina Instagram Beniculturali3.0; il compito di “scrivere” il film di questa avventura attraverso video e immagini sarà affidato alla fotografa Valentina De Santis e al videomaker Vincenzo Farenza. La fase di post-produzione sarà forse anche più determinante del viaggio vero e proprio, perché solo descrivendo l’esperienza nella giusta maniera riusciremo a concretizzare la nostra ambizione”.
Tra la meraviglia dei numerosi siti culturali che verranno attraversati e l’emozione di un percorso probante da compiere in queste condizioni, bisogna sottolineare anche il fascino “selvaggio” che racchiude l’impresa, almeno per come è strutturata: la base operativa del gruppo sarà infatti proprio il camper, dove i tre dormiranno e si rifocilleranno nel corso dei 18 giorni dell’avventura. “Faremo il carico di provviste – sorride Francesco – e affronteremo tutte le situazioni che si presenteranno con la giusta carica e la volontà di arrivare trionfanti al traguardo. Di sicuro daremo ampio spazio anche alla cultura, alle tradizioni e all’enogastronomia locale, visto che durante il viaggio sono previste numerose tappe di riflessione simbolica come per esempio quella a Cesenatico, in omaggio alla memoria di Marco Pantani, e al Museo del Ghisallo“.
La giornata tipo, ad ogni modo, sarà abbastanza scandita: “Si pedalerà molto la mattina, partiremo già alle 7 e faremo una tirata fino all’ora di pranzo, compiendo un altro segmento di percorso anche nel pomeriggio. In serata, invece, faremo un briefing tecnico per valutare l’evoluzione del viaggio e prepararsi al meglio per la giornata successiva. Ad ogni modo – complici anche le soste programmate – ci saranno giorni dove si pedalerà di più e altri di meno”.
Non poteva ovviamente mancare l’omaggio ai luoghi terremotati, dove Francesco ha lasciato un pezzo di cuore oltre che numerosi amici. Quella terribile notte del 24 agosto 2016 ha letteralmente spazzato via una normalità che, con grande dignità, gli abitanti stanno cercando di riconquistare passo dopo passo. “Ho vissuto in prima persona quei momenti terribili, in quanto un anno fa abitavo proprio in quelle zone. Riavvolgere il nastro e raccontare tutte le sensazioni vissute sarebbe troppo lungo, voglio solo dire che ho reputato doveroso fare un omaggio alla terra che mi aveva adottato”.
Non mancherà nemmeno l’occasione di fare qualche valutazione tecnica delle varie piste ciclabili che verranno incrociate durante il cammino, un passaggio “fondamentale per fare un confronto con le infrastrutture presenti sia in Italia che in Europa. Il punto di riferimento ideale in tal senso è la pista ciclabile del Reno, un modello sia dal punto di vista strutturale che di organizzazione, in grado di garantire posti di lavoro e un impatto ambientale pari a zero.
A pochi giorni dal “via”, non resta dunque che formulare il migliore augurio a Francesco per un’ottima riuscita della spedizione, nella piena convinzione che il suo viaggio porterà benefici reali ad uno sviluppo della cultura della bicicletta anche nei nostri territori, a partire da Colleferro dove è in programma la realizzazione di un primo tratto di pista ciclabile che collegherà il IV chilometro al centro urbano.
Per maggiori informazioni: http://francescosupertramp.com/veni-vidi-bici/