Nella prima parte della nostra lunga intervista ad Angelo Miele abbiamo ripercorso la storia del Valmontone Hospital, dalla nascita ai giorni nostri. Dopo aver esaminato il contesto, adesso ci concentriamo sul comprendere l’attuale polemica politica generata.
Perché è scoppiata la polemica sul Valmontone Hospital?
Tutti questi utili generati dalla struttura (vedasi articolo precedente, N.D.R.), secondo Miele, mettono paura. Questo perché, in una situazione disastrata sul versante sanità come quella italiana, è più facile distruggere che curare il male alle radici – in tutti i sensi. Infatti, anziché prendere questa felice sperimentazione di gestione mista tra pubblico e privato, per alcuni amministratori è meglio abbassare la qualità per non avere metri di paragone e poter così giustificare l’inefficienza sanitaria del nosocomio locale. Anziché replicare questo esempio virtuoso negli ospedali dei dintorni, è più facile distruggerlo e abbassare il livello medio della qualità sanitaria locale – ha argomentato Miele. L’esperienza sperimentale di gestione è stata fatta anche a Sassuolo. La Giunta regionale di Vasco Errani ha deliberato che anche lì esperienza fu positiva. In Emilia, il pubblico è inteso come solo ASL e privato. Qui, invece, Miele ha spiegato di aver preteso che il pubblico fosse sempre presente, perché non vi fossero deroghe a favore del privato.
Perché nel Lazio non si fa la stessa cosa? Perché l’attuale sindaco di Valmontone, Alberto Latini, non fa valere questa situazione? Queste le domande che si è posto l’intervistato, che ha poi parlato delle recenti riunioni consiliari. Il Consiglio comunale è stato “costretto” a convocarsi 3 volte. Due volte “sono scappati” – dice Miele – mentre alla terza convocazione l’opposizione ha minacciato di mobilitare la città a difesa dell’ospedale. Angelo Miele si è dichiarato in perfetta sintonia con la battaglia che l’opposizione sta portando avanti e si chiede “Perché difendere l’ospedale anche quando non funziona e non farlo quando addirittura funziona? Si fa determinare al Consiglio comunale questa posizione e viene reso noto anche alla Regione”.
La Regione Lazio stessa si chiede se può mantenere le quote azionarie dell’ospedale. A Miele però non importa: se la Regione le vuole mantenere, ben venga; se non le volesse, se le può prendere il Comune – prosegue –: la forza economica a Valmontone c’è. Le quote azionarie della Regione Lazio sono del 31%, equivalenti a 1 milione di euro: bastano due bilanci, secondo l’ex Sindaco. La Regione vuole togliere lo stato giuridico all’ospedale pubblico per farlo diventare una clinica privata convenzionata il cui C.D.A. (Consiglio di Amministrazione) verrebbe composto da un membro che rappresenta il Comune, un altro in rappresentanza della ASL e un altro privato. Per accordi bonari indicati dal Sindaco di Valmontone, Alberto Latini, se la Regione – tramite la ASL – dovesse uscire, il Comune acquisterebbe il 31% e pretenderebbe che a dirigere l’ospedale vada una persona qualificata tramite selezione pubblica.
La partita che si sta giocando ora nella politica valmontonese è questa, dice Miele: “Il Sindaco vuole mandare i suoi ‘amici’ ma l’opposizione dice di no“. In sintesi, stando al pensiero di Miele, il Comune e l’opposizione sono compatte nel voler mantenere l’ospedale pubblico. Gli screzi, però, sono sulla gestione. Divergenze che non sono presenti soltanto tra maggioranza e minoranza, bensì anche all’interno dell’Amministrazione. Le lotte interne alla politica comunale sono dunque legate alla gestione. Una parte vorrebbe proseguisse in maniera clientelare, un’altra no – ha spiegato. L’altro nodo riguarda le ambiguità legate alla definizione del Valmontone Hospital. Infatti, più di qualcuno ha millantato che l’ospedale fosse privato. Non capendo difatti la sperimentazione in essere, composta da un felice mix tra gestione pubblica – a maggioranza – e privata. Miele evidenzia dunque la vittoria dell’opposizione di Piero Attiani nel dire che l’ospedale è pubblico e non si tocca. Queste voci vogliono generare ambiguità nella gestione dell’ospedale – prosegue Miele – e sono strumentali per agevolare le “manovre” della Regione Lazio. Quello che Miele vuole sia ben chiaro a tutti è che chi tocca l’ospedale si mette contro l’intera cittadinanza di Valmontone.
Ricordiamo che l’intervista è avvenuta prima della decisione di riconfermare Crescenzio Luciano Gentili alla presidenza del Valmontone Hospital.
Prima di chiudere la nostra intervista, l’ex Sindaco ha anche parlato del suo futuro e dell’ospedale di Colleferro, attaccando la gestione di Pierluigi Sanna, l’attuale Primo Cittadino colleferrino. Per scoprire quali sono state le sue critiche, non resta che attendere la terza e penultima parte dell’intervista, che sarà pubblicata nei prossimi giorni. Seguiteci e diteci la vostra!