Venerdì 4 agosto, si è riunita per la terza volta, a Colleferro in piazza Italia davanti al municipio, l’assemblea permanente nata con la manifestazione contro il rilancio degli inceneritori di Colle Sughero, di sabato 8 luglio. Ricordiamo che iI movimento nato attorno a questa mobilitazione si è denominato RifiutiamoLI e si è dotato di una pagina Facebook così denominata.
L’assemblea che si riunisce periodicamente per fare il punto della situazione ha avuto come punto fondamentale l’incontro che una delegazione del movimento ha avuto giovedì 3 agosto con l’assessore all’ambiente Buschini.
L’assemblea è stata aperta da diversi interventi che hanno relazionato sui contenuti dell’incontro ed hanno approfondito alcuni temi. Una valutazione di questo incontro è stata comunque espressa attraverso un comunicato pubblicato sulla pagina Facebook.
In sintesi è stata valutata la posizione politica espressa dall’assessore – che annuncia in sostanza una svolta radicale nella politica della regione sulle questioni ambientali e sul ciclo dei rifiuti in particolare. e di conseguenza la credibilità e le verifiche possibili di questa svolta annunciata.
Da un modello incentrato su impianti TMB, finalizzati ad alimentare inceneritori e discariche si passerebbe, a partire da un forte incremento della raccolta differenziata alla costruzione di un sistema di impianti finalizzati al recupero di materia anche dalla quota di indifferenziato, riducendo progressivamente la necessità di inceneritori e discariche. Effetti concreti ci sarebbero nello specifico degli inceneritori di Colleferro e della Società Lazio Ambiente Spa che li gestisce e che -ormai sull’orlo del fallimento- sta per essere messa in vendita dalla Regione attraverso un opportuno bando nel mese di settembre.
Si dovrebbe bloccare l’inizio di ristrutturazione (il cosiddetto revamping) dei due inceneritori, si dovrebbe bloccare la vendita della società incentrata in termini di valore sugli inceneritori, si dovrebbe pianificare la creazione di un impianto di nuova concezione a recupero di materia. Poiché nel frattempo Colleferro ed un’altra decina di comuni stano procedendo alla creazione di un consorzio per la gestione di spazzamento e raccolta ed in un futuro anche per la gestone di impianti, non resterebbe nulla della vendita della società come pianificata negli ultimi due anni dalla regione.
Nelle relazioni si è sottolineato la difficoltà di una tale cambio di rotta, sia nello specifico di Colleferro che a livello regionale, dove la giunta dovrebbe in brevissimo tempo provvedere alla stesura di un nuovo piano regionale per rifiuti, a cui non ha provveduto nei suoi primi quattro anni di attività.
Si è parlato anche della discarica dii cui nell’ultima legge di bilancio la regione ha decretato la chiusura nel 2019, con ameno due problemi. Il primo consiste nella necessità di spostare due piloni dell’elettrodotto collocati al centro della discarica, necessari per dare una forma stabile ai materiali accumulati negli anni. Secondo i capitali necessari alla manutenzione trentennale del sito devono essere reperiti poiché non furono accantonati dal vecchio Consorzio Gaia. Quindi anche su questo tema si resta in attesa di decisioni, pianificazioni ed interventi coerenti con la decisione di chiusura.
Ha fatto irruzione nella discussione assembleare il tema della sorte dei lavoratori impiegati negli inceneritori, attraverso l’intervento di un delegato sindacale che ha attaccato frontalmente la decisione di chiudere immediatamente gli impianti affermando che il potere inquinante degli impianti è sopravvalutato e molto inferiore a quello di altre fonti in particolare a quello del cementificio. Ne è nata una discussione molto serrata. E’ intervenuto in merito anche il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, che ha ribadito l’impegno suo e della sua amministrazione nel portare avanti le ragioni e gli obiettivi dell’assemblea, del movimento RifiutiamoLI con tutti gli strumenti cui è dotata l’amministrazione, ribadendo l’unità di interessi tra cittadini e lavoratori.
Sul tema dell’inquinamento ambientale è intervenuta anche la dottoressa Petricca dell’associazione dei Medici di Base di Frosinone che ormai da molti mesi stanno intervenendo su tutto il territorio della Valle del Sacco per informare e formare i cittadini a comprendere la natura e gli effetti dell’inquinamento delle matrici ambientali, dell’aria in particolare, mentre si stanno avviando diverse indagini epidemiologiche.
Un secondo intervento di un lavoratore degli inceneritori si è lamentato delle precarie prospettive di impiego che vengono loro offerte, teniamo presente che gli inceneritori sono fermi da mesi. Ed ha richiesto concretezza alla regione rispetto alla ‘svolta’ radicale nella gestione del ciclo dei rifiuti poiché da essa dipende la certezza o meno di un futuro lavorativo.
Questo intervento ha permesso in conclusione di ribadire come la difesa dell’ambiente e della salute di tutti i cittadini, la garanzia di un posto di lavoro per i lavoratori degli inceneritori e di Lazio Ambiente dipendono dalla capacità di pianificare questa svolta, di articolarla e dotarla di risorse.
Si è fatta la considerazione secondo cui lo straordinario ritardo con cui si sono mosse le amministrazioni a tutti i livelli, in particolare a quello regionale, fanno dubitare della capacità di queste di operare realmente questa svolta, per cui si è ribadita la necessità di continuare il percorso di mobilitazione avviato, con un rapporto più stretto tra lavoratori e cittadini. In particolare si è parlato di scadenze di confronto organizzate sul territorio dall’assemblea, con la costituzione di tavoli in cui approfondire i diversi temi, aggregando competenze anche a livello nazionale. Una articolazione maggiore dell’organizzazione del movimento che deve dotare di strumenti per approfondire le proprie conoscenze allargare la partecipazione dei cittadini. In merito a quest’ultima si è parlato organizzare una eco-festa nel mese di settembre.