Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo l’ultima vicenda verificatasi a Frosinone, nel corso della quale una ventina di profughi, per evitare la multa da parte dei controllori del Cotral, si sono scagliati contro un dipendente dell’azienda di trasporto pubblico, travolgendo anche quanti si trovassero davanti alle uscite del bus, è intervenuto il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, con iniziative volte a ripristinare la normalità nelle relazioni civili e nella sicurezza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, in cui si stanno registrando, da mesi, situazioni di criticità connesse al comportamento di alcuni profughi.
“Qualche tempo fa, quando, come sindaco di Frosinone, ho posto l’accento su alcuni episodi di sopraffazione registratisi all’ingresso del cimitero comunale, da parte di alcuni profughi che, stranamente, facevano la spola, giornalmente, da Fiuggi a Frosinone, venni preso come visionario – ha dichiarato Nicola Ottaviani – La settimana scorsa, però, tutti hanno potuto constatare come quei timori fossero fondati, poiché all’interno di uno dei centri ospitanti di Fiuggi è scoppiato quello che, secondo una lettura superficiale, è apparso come caos, mentre risulta, invece, la conseguenza inevitabile dell’ennesima speculazione, economica e finanziaria, in danno dei contribuenti, oltre che a discapito della stessa solidarietà in materia di assistenza internazionale per i profughi.
Quello che è accaduto, dunque, durante l’ultimo fine settimana, a Frosinone, sui mezzi pubblici che transitavano nella zona del capolinea di piazza Pertini, rischia di essere, soltanto, il più recente ma non l’ultimo dei fatti di gravi soprusi subiti dalla nostra comunità locale che, considerata anche a livello provinciale è, di fatto, la vera ed unica comunità ospitante”.
“E allora – ha continuato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – dobbiamo ormai ragionare in termini strettamente giuridici, poiché non stiamo discutendo, qui, di chi sia a favore o contro l’assistenza sociale internazionale, nei confronti dei profughi abbandonati in mare dai mercanti di essere umani, ma stiamo discutendo se sia giusto o meno assistere con inerzia all’utilizzo criminale di una legge che sta finendo per alimentare le casse private dei soliti furbetti, senza scrupoli, con un business ormai fuori controllo.
In altri termini, se all’interno di un asilo d’infanzia convenzionato un direttore, anziché preoccuparsi di fornire adeguata assistenza agli alunni in fasce, si preoccupa, invece, soltanto di ‘ammucchiare’ bambini dentro le stanze, al fine di aumentare le iscrizioni e gli incassi, è tenuto ad assumersi responsabilità giuridiche rilevanti per la propria condotta, poiché amministra provvidenze pubbliche e genera situazioni di pericolo per i piccoli ospiti, allora lo stesso criterio deve valere per quelle imprese e per quelle associazioni di finto volontariato, che stanno trasformando alcuni settori della nostra comunità in autentiche polveriere sociali e relazionali. Del resto, se alcuni operatori privati percepiscono dallo Stato dai 38 ai 40 euro al giorno, per l’assistenza completa per ogni profugo, per poi abbandonarli a vagabondare quotidianamente, nell’ozio più totale, in giro per i quartieri, dovrà pure esserci un meccanismo minimo per ripristinare la legalità e anche la decenza.
A breve, per monitorare quanto sta avvenendo e per attenuare la degenerazione di questo fenomeno, non più tollerabile, istituiremo al Comune di Frosinone – visto che l’assistenza ai profughi non è materia di diretta competenza dei sindaci – un numero verde per segnalare gli episodi e gli elementi che saranno trasferiti alla conoscenza dell’autorità giudiziaria, oltre che della Prefettura e della Questura, affinché le vere espulsioni, almeno dal circuito economico, siano relative a quei soggetti che fanno mercimonio illecito delle disavventure che colpiscono i profughi, unitamente alla presentazione delle denunce verso i singoli soggetti responsabili di sopraffazioni e violenze verso i cittadini, italiani o stranieri, della nostra collettività”.