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Inceneritori di Colleferro, incontro della delegazione Rifiutiamoli con l’assessore della Regione Lazio Buschini

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Si è svolto il 3 agosto 2017 il confronto di merito con l’assessore regionale ai rapporti con il consiglio, Rifiuti e Ambiente, Buschini, richiesto a seguito della mobilitazione della Valle del Sacco sulle questioni attinenti il destino degli inceneritori di Colleferro e della Lazio Ambiente spa oltre alle questioni più generali attinenti agli annunci di stampa ed i due bandi pubblicati sul “cambio di strategia” della giunta Zingaretti in merito alla gestione dei rifiuti laziali.

L’incontro, che ha visto la partecipazione di vari rappresentanti della Valle del Sacco e di Roma, si è svolto approfondendo le questioni citate ed i passaggi che hanno portato alla situazione attuale, avendo alcune risposte in merito alle prospettive che la Regione avrebbe individuato per dare soluzione alle questioni ambientali ed a quelle occupazionali.

Prendiamo atto che le dichiarazioni di stampa in merito ad una possibile riconversione degli impianti T.M.B. attualmente esistenti andrebbe nel verso del “recupero di materia”, come da noi sostenuto da tempo, e non in quello della produzione di CRD/CSS come pubblicato recentemente.

Tale indicazione generale, che pure necessita di una revisione del Piano Gestione Rifiuti oltre che di tempi e risorse stanziate in bilancio, appare del tutto condivisibile anche alla luce della coerente e progressiva chiusura degli inceneritori a partire ovviamente dagli impianti obsoleti di Colleferro.

La verifica di questo annunciato “cambio di strategia” resta condizionato alle azioni che dovranno essere messe in campo entro fine agosto quando si dovrà aprire la procedura di vendita di Lazio Ambiente Spa deliberata dalla regione Lazio. Il piano industriale e la valutazione economica della società si fondano sulla riattivazione degli inceneritori che ne costituiscono in questo schema l’asset fondamentale. Il cambiamento prospettato dall’assessore Buschini, vede la sostituzione degli inceneritori con una nuova filiera impiantistica mirata al riciclo e recupero di materia.  I tempi di un tale intervento quindi sono strettissimi, la regione ha già procrastinato l’apertura del bando di vendita entro fine settembre e nel frattempo la situazione finanziaria di Lazio Ambiente è andata precipitando.

Ferma restando l’assenza di un programma che garantisca il recesso dal previsto “revamping” degli inceneritori, la rinuncia all’autorizzazione integrata ambientale (AIA) e la gestione della transizione, restano ancora da chiarire molte questioni di merito rispetto al “cambio di strategia” ed ai due bandi già pubblicati per le isole ecologiche e soprattutto per gli impianti di compostaggio di comunità, presentati come una soluzione alla gestione della frazione organica del Lazio.

Su questi impianti di compostaggio di comunità, che da sempre abbiamo sostenuto come essere la soluzione perfetta per Comuni piccoli entro i 1.000 abitanti ed utile ma del tutto insufficienti per i grandi centri urbani, abbiamo seri dubbi che il bando pubblicato sia efficace e spendibile entro la sua scadenza di fine settembre.

Tenendo conto che nel Lazio i piccoli Comuni rappresentano una fetta importante ma che sono stati esclusi dal bando, se non organizzati in forma associata, occorre precisare che ci sono norme che semplificano l’installazione di questi impianti senza autorizzazione, ma che esse valgono solo per la taglia prevista entro le 130 tonn/anno pari a circa mille utenti / abitanti.

Un impianto da 130 tonn/anno attualmente costa tra fornitura macchina ed attrezzatura del sito (terreno+copertura+lavori) circa 180.000 euro, pertanto i 36 Milioni di euro messi a bando dalla Regione potrebbero teoricamente far installare circa 200 compostatrici che lavorerebbero circa 26.000 tonn/anno di umido, che è appena il 2 % rispetto all’attuale teorica produzione di rifiuto organico pari a circa 1.300mila tonn/anno.

Quando una proposta per il restante 98% ?

L’assessore Buschini rispetto alla mancata adozione di un piano dei rifiuti alternativo a quello prodotto dalla giunta Polverini ha detto che quest’ultimo scade a fine anno. Giustificazione risibile per coprire i ritardi sostanziali dell’amministrazione Zingaretti. Il primo intervento è stata la nuova definizione del fabbisogno (DGR 199/2016) ormai superata -sempre a detta dell’assessore- e solo in questi giorni si sta prospettando una nuova strategia, a fine legislatura e alla vigilia di nuove elezioni.

Nozione condivisa è stata che la situazione della città di Roma costituisce il problema fondamentale della gestione dei rifiuti nel Lazio, se ciò impone un confronto tra le amministrazioni della regione e della città di Roma, ripropone il ritardo con cui la regione responsabile della pianificazione comincia ad affrontare il problema. I ritardi accumulati rendono più difficile e complicata la fase di transizione verso un nuovo modello di gestione, ciò richiede una grande determinazione politica per non subire ricatti delle lobbies, degli interessi economici e politici, legali e illegali coagulati nel vecchio modello hanno prodotto norme come l’art. 35 dello Sblocca Italia.

Prima della proposta di soluzioni fattibili e realistiche è necessario si esprima una forte volontà politica, e non stiamo parlando di programmi e dichiarazioni elettorali. Intendiamo invece la volontà che esprimono le comunità di cittadini che si mobilitano e partecipano alla elaborazione ed alla costruzione di una gestione del ciclo dei rifiuti secondo i criteri dell’economia circolare.

La riunione si è concluso con la richiesta di continuare il confronto in un successivo incontro in relazione all’evolversi della situazione.