Ecco la nota mandata direttamente da Ciacciarelli in merito all’argomento siccità che sta diventando imponente in Ciociaria:
La siccità sta letteralmente asfissiando il comparto agricolo. Da una recente indagine della Camera di Commercio di Latina l’agricoltura risulta essere l’unico settore in crescita in termini di occupazione in Ciociaria. In una terra a vocazione industriale, penso all’indotto Fca ed al chimico Farmaceutico di Frosinone Anagni, il “ritorno alla terra”, quest’immersione nel passato ciociario che rivive nel presente, è stato possibile grazie all’impegno, alla caparbietà e determinazione di famiglie e di giovani che hanno creduto di poter investire tempo e capitale nella creazione di aziende agricole, o nella crescita delle imprese già esistenti, che in molti casi dall’iniziale conduzione familiare, si sono trasformate in imprese dotate di dipendenti esterni.
In precedenza ho parlato di colture quali il peperone Dop di Pontecorvo, l’olio d’oliva che vede alcuni comuni della provincia etichettati come “città dell’olio”, a cui si aggiunge la produzione di vino, grazie alla presenza di vigneti rigogliosi. Quest’anno la vendemmia sarà tra le più scarse in termini di quantità dal dopoguerra, per effetto delle condizioni climatiche, denunciano le associazioni, nonostante la domanda estera di vino sia più che positiva. Accanto agli sgravi fiscali che ho più volte reclamato ed alla cassa integrazione che garantisca un reddito minimo alle famiglie dei dipendenti, ritengo che la Regione debba attivare un fondo destinato alle imprese agricole, per poter far fronte alle spese elementari, necessarie alla vita dell’impresa, nei periodi critici dovuti alla siccità, alle gelate, alle calamità naturali. Non si può far finta di non ricordare che in simili periodi ad entrate zero, o comunque esigue, corrispondono uscite a cui gli imprenditori non riescono a far fronte.
Il comparto agricolo non deve essere secondo ad altri settori, al contrario necessita di valorizzazione e promozione che permetta di irrobustire quel ponte esistente, ma spesso non attraversato, che consente alla produzione agro alimentare locale di allargare i propri tentacoli ai mercati esteri che riconoscono ai prodotti Dop e Docg nostrani il più alto valore in termini di qualità e sicurezza.