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Rida Ambiente, Fabio Altissimi sul caso rifiuti: “Un monopolista solo apparente tiene sotto scacco Roma”

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Ecco l’intervento del patron di Rida Ambiente sulla crisi del settore rifiuti che sta colpendo la Capitale:

Il rischio di una nuova crisi dei rifiuti che potrebbe colpire la Capitale e parte del Lazio ha indotto Fabio Altissimi, patron di Rida Ambiente, a una riflessione sull’attuale sistema dei rifiuti che governa il Lazio.

“Leggo dalle colonne de Il Messaggero che Roma rischia di essere sommersa dai rifiuti a causa degli impianti di trattamento del gruppo Cerroni. Dalle stesse colonne leggo che quel gruppo imprenditoriale accoglie al giorno 1200 tonnellate di rifiuti raccolti da Ama. Qualcosa non torna: nel Lazio si producono ogni anno tre milioni  e 800mila  tonnellate di rifiuti. La holding dell’avvocato Cerroni ne gestisce più o meno 400 mila, poco più del 10% del totale. Come mai però, secondo quanto scrive Il Messaggero, riesce a tenere sotto scacco non solo il sindaco di Roma ma anche la Regione Lazio e lo stesso Cantone, rappresentante dell’organismo nazionale anti-corruzione?”

Non serve poi l’occhio di un esperto in campo di rifiuti, quale Fabio Altissimi è vista la natura della sua azienda, per rendersi conto di come sia denso il fumo negli occhi che annebbia la vista degli stessi addetti ai lavori. “Si parla di monopolio, che di fatto esiste. Quello che non si capisce è come si sia arrivati a tale condizione. I numeri sono quelli esposti qualche riga più sopra: insomma, se si fosse voluto aprire il mercato ce ne sarebbe stata la possibilità. Non voglio parlare del mio impianto e della mia attività ma è certo che l’impasse odierna sia frutto di anni in cui l’attenzione politico-istituzionale si è concentrata solo sulle discariche e non sul trattamento dei rifiuti. Discariche e impianti obsoleti, come i tritovagliatori. Sminuzzatori di immondizia che non rappresentano un investimento imprenditorialmente ed economicamente remunerativo almeno che non si accompagnino alla gestione di una discarica. Guarda caso a chi appartiene l’impianto di Rocca Cencia da poco autorizzato dalla Regione Lazio?”

Pronta anche la risposta a chi obietta che le discariche, ad oggi, non rappresentano più un business vivo perché ormai esaurite: “Non dimentichiamoci la determinazione 199/2016 della Regione Lazio che paventa, in caso di necessità, la possibilità di riaprire gli invasi per permettere nuovi sversamenti. Una spada di Damocle da lasciar cadere in caso di emergenza, come quella che si paventa a breve, e nuovamente, per Roma. Una riapertura che non solo rende operativi invasi immensi e in alcuni casi (si guardi a Borgo Montello) inquinanti, ma che farebbe tornare vantaggiose le discariche che, ben lontane dalla post gestione,  potrebbero essere vendute a qualche multi-utility nazionale o internazionale per plusvalenze milionarie. Non sta a me indicare la soluzione del problema ma è certo che ciò che sta avvenendo rappresenta, dal punto di vista della concorrenza e del mercato, un paradosso”