Cronaca

Ancora un caso di malasanità a Cassino: donna incinta di otto mesi va in ospedale ma il bimbo muore

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
cassino precipita da quarto piano e muore

Una gravidanza perfetta, senza alcun tipo di problema o dinamica sospetta che potesse far scattare l’allarme. Eppure per una donna di 22 anni di Aquino l’epilogo è stato il più tragico: nella nottata di domenica non ha infatti più sentito il piccolo muoversi all’interno del grembo ed è corsa subito all’ospedale per verificare che fosse tutto a posto. Dopo interminabili ore di attesa, arriva il responso: il bimbo era deceduto. Non solo: si è reso necessario anche l’arrivo della Polizia per sollecitare il parto d’urgenza ed evitare qualsiasi rischio per la madre.

Finisce così nel peggiore dei modi l’ennesimo caso di malasanità, che poteva probabilmente regalare un esito diverso se le tempistiche degli interventi fossero state più rapide. Per il bimbo, che sarebbe dovuto nascere fra meno di un mese, non si erano fino a quel momento registrati problemi, tant’è che anche l’ultima ecografia aveva dato esito regolare.

Invece, tra domenica e lunedì notte, la mamma decide di andare al Pronto Soccorso dopo aver avvertito l’anomalia. Arriva in loco dopo le 2 e, nel giro di mezz’ora, viene trasferita nel reparto di ostetricia e ginecologia. L’unico ginecologo di turno è impegnato in un altro intervento, del suo caso si fanno carico le infermiere che, però, non riescono a distinguere il battito cardiaco della madre da quello del feto attraverso gli esami strumentali, tracciato ed ecografia.

Sale ovviamente la preoccupazione e la giovane mamma decide di allertare con un sms anche il suo ginecologo di fiducia, che tra l’altro è anche un medico dell’ospedale di Cassino. La verità viene a galla alle 8, quando il medico arriva e, con un secondo tracciato, scopre la più terribile delle verità: il cuore del bambino ha smesso di battere e c’è bisogno di effettuare un parto d’urgenza data l’assenza di vitalità del feto.

Il calvario però non conosce tregue, visto che – oltre alla disperazione per la perdita del bambino – la giovane viene lasciata ancora in stanza in attesa di stabilire il da farsi. Alle 9 le vengono somministrati i farmaci per stimolare il parto, ma la reazione non avviene e quindi – solo dopo un’interminabile sequela di lamentele – alle 21-30 si opta per il parto cesareo che porta alla luce il feto morto. Stando a quanto riferito dalle infermiere, sembra che il neonato avesse un doppio giro di cordone ombelicale avvolto intorno al collo.

Parallelamente all’evento si era attivata anche la procedura della giustizia ordinaria: già nella mattinata la madre della donna aveva avvertito la Polizia per richiedere l’intervento delle forze dell’ordine e programmare l’autopsia, al fine di scoprire la verità. Dopo il cesareo è partita la richiesta per avviare l’iter burocratico, attraverso il quale è stato presentato un esposto indirizzato alla Procura di Cassino.

Il dubbio che il piccolo si sarebbe potuto salvare con un intervento più tempestivo è un pensiero atroce che accompagna il dolore dei genitori, intenzionati ad andare fino in fondo per scoprire la verità. Si valuteranno eventuali responsabilità penali del personale incaricato, nel frattempo è stato disposto il sequestro di tutte le cartelle cliniche e l’esame autoptico sul corpo del bambino.